Napul3

Briciole filosofiche

Il Napoli è campione d’Italia. Dopo 33 anni è arrivato il terzo scudetto.

La squadra di Spalletti ha dominato il campionato di Serie A con prestazioni che tutti i tifosi napoletani (ma direi tutti gli amanti del calcio) ricorderanno per bellezza e intensità.

Una vittoria meritata che porta il Napoli a raccogliere i frutti di un lavoro di almeno un decennio e che rompe l’egemonia calcistica dell’asse Milano-Torino.

Per coloro, come me, che hanno solo un timido ricordo dei primi due scudetti, la vittoria del Napoli guidato da Aurelio De Laurentiis è una piacevole sorpresa che dà concretezza alle immagini sbiadite del racconto tramandato, è un rimarcare con penna indelebile il disegno a matita di una nuova età dell’oro.

Nel ricordare questo evento, non si può non dire una parola su chi, secondo me, è il simbolo di questa vittoria: il capitano Giovanni Di Lorenzo.

Se le vittorie del 1987…

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Le linee storte di Dio

Briciole filosofiche

Quando Dio imparò a scrivere è uno degli ultimi arrivi sulla piattaforma Netflix. Si tratta di un intricato thriller psicologico diretto dal regista Oriol Paulo che tiene lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine non solo per la trama, ricca di colpi di scena, ma anche per la possibilità che ci viene data dal regista di riflettere sulla dolorosa esperienza della malattia mentale.

Il titolo spagnolo, Los renglones torcidos de Dios, è lo stesso del romanzo dello scrittore spagnolo Torcuato Luca de Tena (Madrid 1923-1999) pubblicato nel 1979 (di recente proposto anche in Italia dall’editore Vallecchi, Firenze) da cui il film trae ispirazione e racconta la storia di Alice Gould, un’investigatrice privata, donna di raffinata intelligenza, che viene ricoverata in un ospedale psichiatrico fingendosi paranoica per scoprire la verità su un caso di omicidio. Il film parte da questo “caso da risolvere”, ma i 155 minuti sono un…

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“Salute surrogata”: una proposta per la neolingua.

leonardolugaresi

Se i desideri sono diritti, quale tra essi è più umanamente comprensibile e perciò meritevole di tutela giuridica del desiderio di godere di buona salute? “Quando c’è la salute …” non è forse il più universale degli assunti? Perché dunque la società condanna moralmente e la legge sanziona penalmente chi, desiderando di star bene ed essendo abbastanza ricco per realizzare il proprio desiderio, compra da un povero un organo vitale che gli è indispensabile? Eppure è quello che ancora succede: il ricco che compera un rene da un povero viene considerato una brutta persona, che abusa della sua posizione di potere e lede l’integrità fisica del corpo di un altro essere umano, ancorché questi sia consenziente. Il corpo, si dice, è un bene indisponibile e non se ne può fare mercato. Se poi quel ricco comprasse un organo estorto con la violenza e, peggio ancora, un organo vitale che non…

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“È proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia, né altro cominciamento ha il filosofare che questo”

Briciole filosofiche

Le prime domande che una persona si pone, iniziando lo studio della filosofia, sono queste: com’è nata la filosofia? E perché interessa?

Quanto alla prima domanda la risposta è relativamente semplice: la filosofia nasce dalla meraviglia, cioè da quello che possiamo chiamare un “sentimento” metafisico. L’uomo, non pago delle risposte dei miti, ha cominciato in Grecia a studiare la realtà per trovare una spiegazione razionale della stessa. Ma perché parlo della meraviglia come “sentimento” metafisico? La prima cosa da specificare è che quando dico “sentimento” non intendo nulla di irrazionale. Mi riferisco semplicemente a quello che i greci hanno ben descritto parlando del principio del filosofare. Ecco cosa dicono Platone (428/427 a. C.-348/347 a. C.) e Aristotele (384/383 a. C.-322 a. C.) a tal proposito:

«È proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia, né altro cominciamento ha il filosofare che questo» (Teeteto, 155…

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Etica e intelligenza artificiale: i principi di Asilomar e la Human-centered AI

Briciole filosofiche

In una recente intervista con il filosofo della scienza Michele Marsonet ho affrontato il tema dell’intelligenza artificiale: essa rappresenta «il coronamento di un vecchio sogno dell’umanità, quello di riprodurre e meccanizzare il processo del pensiero». Naturalmente, accanto alle enormi possibilità che apre l’AI, vi sono anche tanti rischi: «occorre affrontare la questione – concludeva Marsonet – elaborando dei codici etici in grado di regolamentare l’utilizzazione e lo sviluppo dei sistemi artificiali. (vedi Filosofia, scienza, intelligenza artificiale. A colloquio con Michele Marsonet).

Un argomento, dunque, di interesse pluridisciplinare.

La conferenza di Dartmouth (1956) è passata alla storia come l’incontro che ha segnato la nascita del campo di ricerca sull’intelligenza artificiale. Si è trattato di un incontro fatto per aprire un nuovo spazio di ricerca «sulla base della congettura per cui, in linea di principio, ogni aspetto dell’apprendimento o una qualsiasi altra caratteristica dell’intelligenza possano essere descritte così precisamente da poter…

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Ritratti di filosofi. Étienne Gilson: dall’esperienza comune alla formalizzazione metafisica

Briciole filosofiche

Étienne Gilson (1884-1978) è stato un filosofo di grande importanza nel panorama culturale del Novecento. Fine storico e acuto pensatore, il Nostro, partendo dal pensiero cartesiano, giunse alla rivalutazione della filosofia medievale: a lui dobbiamo, infatti, studi sistematici sul pensiero di Abelardo, Bonaventura, Duns Scoto, Dante Alighieri, ma in modo particolare di Tommaso d’Aquino, considerato tra i più importanti metafisici della storia del pensiero. All’Aquinate – secondo Gilson – si deve la fondamentale distinzione tra “essenza” e “atto d’essere” che rappresenta – come ricordato anche da Cornelio Fabro (clicca qui) – il cuore della metafisica tomista.

Tra le opere vorrei qui ricordare un testo del 1935 intitolato Le réalisme méthodique. Con questo testo, Gilson ha mostrato la necessità dell’esperienza comune per la filosofia o di ciò che una lunga tradizione definisce “senso comune”: la metafisica, come ogni scienza, non parte dal nulla, non inventa il proprio oggetto, ma…

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Ordo amoris e malattia mortale. La “contraddizione penosa” dell’io

Briciole filosofiche

Nell’articolo precedente ci siamo soffermati sulle prime sventure di Giobbe. Il Nostro viene messo alla prova anzitutto con la perdita dei beni materiali, poi con la morte dei figli. Nonostante lo sconforto e l’immensa tristezza provati, Giobbe non abbandona la sua strada, ma accetta la volontà divina sapendo che nulla accade che non sia permesso dal Signore.

Il giusto, anche se provato dal dolore e dalla sofferenza, continua a dimorare nel bene, evitando di cadere nella disperazione che, quando penetra nel cuore dell’uomo, distrugge ogni possibilità di autenticità: la disperazione è, infatti, una “malattia” che attanaglia il cuore della persona gettandolo nel vortice di un’esistenza priva di senso.

Il filosofo danese Søren Kierkegaard ne parla come di una «contraddizione penosa»: la disperazione è la malattia presente nell’io «di morire eternamente, di morire eppure di non morire, morire la morte» (Antologia, a cura di C. Fabro, La Scuola…

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Alla ricerca della verità sull’uomo. L’opera inquieta di Albert Camus

Briciole filosofiche

«Dicevo – afferma Albert Camus ne Il mito di Sisifo – che il mondo è assurdo, e andavo troppo in fretta. Il mondo in se stesso non è ragionevole, ecco tutto quello che si può dire». Ho incontrato questa frase in una bella monografia di François Livi, noto italianista della Sorbona di Parigi, intitolata Albert Camus. Alla ricerca della verità sull’uomo. Si tratta di un volume che esamina criticamente il pensiero di Albert Camus (1913-1960) la cui opera venne definita come un lavoro capace di mettere «in luce i problemi che si pongono ai nostri giorni alla coscienza degli uomini».

L’opera di Camus vive, infatti, delle
inquietudini di un cuore lacerato che sente tutto il peso della vita, ma, nel
medesimo tempo, capace di cogliere la bellezza della stessa, anche se una
bellezza sempre “macchiata” dall’assurdità dell’esistenza: l’affetto di una
madre, la felicità di un momento, la bellezza di…

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Ritratti di filosofi: Hannah Arendt. La natura del totalitarismo

Briciole filosofiche

Molte delle riflessioni di Hannah Arendt (1906-1975) riguardano i concetti di potere, politica, autorità, ma soprattutto di totalitarismo.

Il discorso su quest’ultimo argomento è un discorso complesso e delicato. La filosofa ha dedicato un poderoso volume a questo argomento, indagandone le origine e delineandone i contorni: The Origins of Totalitarianism, opera del 1951.

Per Arendt, solo con il nazionalsocialismo e con il comunismo si può usare il termine “totalitarismo”. Questo perché le caratteristiche del totalitarismo sono la dissoluzione delle classi sociali, e la conseguente massificazione, l’uso del terrore per il controllo della società, il ruolo del capo carismatico e, soprattutto, l’assenza totale di libertà con il conseguente annientamento della sfera pubblica, oltre che di quella privata. Insomma, secondo la filosofa, il totalitarismo non è una semplice dittatura.

Va oltre (in senso negativo, naturalmente).

«Le soluzioni totalitarie potrebbero sopravvivere alla caduta dei loro regimi sotto forma di tentazioni destinate a ripresentarsi ogni qual volta appare…

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Ritratti di filosofi: Caterina d’Alessandria. Ingegno, sapienza e forza d’animo

Briciole filosofiche

La data di nascita di Caterina d’Alessandra è incerta. Di questa donna non si sa molto se non che subì il martirio ad Alessandria d’Egitto (con molta probabilità nel 305). È venerata come santa dalla Chiesa cattolica che di lei dice:

Santa Caterina, secondo la tradizione vergine e martire ad Alessandria, ricolma di acuto ingegno, sapienza e forza d’animo. Il suo corpo è oggetto di pia venerazione nel monastero sul monte Sinai.

Martirologio romano

Caterina d’Alessandria viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali (per sottolineare la sua origine principesca), con una palma in mano (simbolo del martirio) e con un libro (che ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi).

La tradizione racconta che, quando Massimino Daia (270-313) s’insediò ad Alessandria nel 305, vennero organizzati festeggiamenti con sacrifici di animali agli dei e venne ordinato ad ogni persona di fare lo…

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