Segnalo ai lettori di Briciole filosofiche questa interessante pubblicazione dell'amico Egidio Freddi: La crescita linguistica dello studente con adozione internazionale. Laureato in Lingue e letterature straniere, Dottore di Ricerca in Scienze del Linguaggio presso l'Università Ca' Foscari (Venezia), Freddi è uno studioso che si occupa di glottodidattica, seguendo e approfondendo il lavoro pionieristico di Giovanni … Leggi tutto La crescita linguistica dello studente con adozione internazionale
Mese: ottobre 2022
C. Fabro: Riflessioni esistenziali sul problema del male pt 1 #conferenza
Cornelio Fabro (1911-1995) è stato uno dei maggiori filosofi del Novecento. Il suo nome è legato ad opere storico-critiche di notevole spessore speculativo, sia per quanto riguarda il pensiero di Tommaso d’Aquino, al quale ha dedicato la sua prima opera, La nozione metafisica di partecipazione secondo S. Tommaso d’Aquino (1939), sia per quanto riguarda il pensiero … Leggi tutto C. Fabro: Riflessioni esistenziali sul problema del male pt 1 #conferenza
Perché tocca a me? (#Dante, Paradiso, canto XVII, vv. 1-27; 46-69; 94-142).
Le cose, a questo mondo, si dividono in due categorie (ed è forse la divisione più importante che ci sia): quelle che toccano agli altri e quelle che toccano a me. Toccano a me perché toccano me: mi toccano, cioè mi prudono, mi pungono, talvolta mi feriscono e infine mi trafiggono. Me, e non gli altri.
Ignorare, trascurare, o peggio far finta di non vedere questo iato abissale impiomba di falsità ogni nostro discorso, anche il più alto e benintenzionato; lo grava di un irrimediabile fondo di vaniloquio che rende chiunque lo faccia simile a quegli insopportabili amici di Giobbe che, appena saputo delle sue disgrazie, si installano a casa sua a sentenziare sulla sua sorte e non se la finiscono più di tormentare quel poverocristo, tanto che alla fine del libro anche Dio si incazza con loro (Gb 42, 7-8).
La serietà del “tocca a me”, starei per dire…
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La fede

27. domenica “per Annum” – C
Il tema della liturgia di oggi è la fede. Siamo abituati a pensare che “fede” significhi “credere che”: credere che Dio esiste, che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, che lo Spirito Santo opera nella Chiesa… Vero! Però non basta: fede significa anzitutto “credere in”, cioè fidarsi di Dio, confidare in Gesù Cristo, affidarsi allo Spirito Santo.
L’importanza della fede emerge soprattutto nelle situazioni di crisi, di prova, come quella che si trova ad affrontare il profeta Abacuc (1,2-3), che ha davanti agli occhi un mondo non molto diverso da quello attuale:
«Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese».
Il profeta va in crisi, perché il Signore non interviene, sembra restare spettatore dell’oppressione.
Quante volte gli uomini pensano che Dio è ingiusto perché nel mondo c’è il male?
Il credente sente veramente dolore per il…
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