Il Napoli non si ferma.
Continua la corsa della squadra di mister Spalletti che gioca, si diverte e diverte. Altra vittoria in Champions allo stadio Diego Armando Maradona. Dopo le sei reti dell’andata, un altro «uragano» (cit. Caressa dopo la seconda rete) si è abbattuto sull’Ajax (nonostante alcuni errori di concentrazione): dieci reti in due partite, ma non ci fermiamo alla partita di stasera e andiamo oltre.
Il Napoli ha raggiunto piena consapevolezza della sua forza, e le cose non possono che migliorare: Spalletti ha in mano una squadra sia fisica che tecnica, concreta e, al tempo stesso, bella da vedere. Questa squadra è stata costruita con tutte le qualità necessarie per vincere ancora e ancora. Naturalmente a patto che non vengano meno costanza e umiltà, virtù necessarie per crescere in ogni campo e domare anche le situazioni difficili.
Il gruppo, dopo la partenza dei c.d. big, è ancora più compatto: si è scrollato di dosso il dovere di riti pseudo religiosi legati all’identità di un popolo e alla difesa di una città (vedi a tal proposito l’ottimo articolo di M. Gallo su Il Napolista), per dedicarsi al dovere della professione: lavoro quotidiano fatto di fatica e sudore. Si tratta di una vera e propria metamorfosi, intravista durante il ciclo (troppo breve, dal mio punto di vista) di Ancellotti, che ha trovato un eccellente interprete in Luciano Spalletti che ha gestito magnificamente la fase di transizione e muove sapientemente .
Il Napoli, oggi, è la gamba sinistra di Kim a San Siro: fisicità e tecnica, lavoro e sudore…
Veni, vidi, vici.
Giovanni Covino