Carlo Sini. L’intelligenza artificiale: un equivoco terminologico

Carlo Sini parla di intelligenza artificiale negando la possibilità che le macchine costruite dall’uomo possano essere dotate di intelligenza: “un automa non può avere intelligenza e non può apprendere nulla, può effettuare operazioni ma solo in quanto programmato da un’intelligenza umana”.

Pertanto non c’è nulla da temere dalle macchine se non il fatto che possiamo usarle male, ma non in quanto la macchina diventi soggetto di un’azione che ci possa nuocere, ma perché noi non siamo all’altezza dell’operatività pratica. Quello che è preoccupante è quando gli scienziati credono alla possibilità di automi intelligenti, cedendo ad una superstizione naturalistica di cui parlava Husserl.

Liberati da questa superstizione cartesiana, noi siamo in grado di iniziare un nuovo rapporto con il mondo e con le macchine come un rapporto etico, un rapporto per cui ogni conoscenza analitica e strumentale è una testimonianza del lavoro umano, perché senza la complessità del lavoro umano non c’è nulla. Pertanto sul piano di questa etica globale ancora da costruire la filosofia ha ancora un compito, se riesce a compierlo. 

Fonte: RaiCutura.

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Risposte

  1. Avatar nabladue

    Salve, abbiamo sottoposto alla nostra intelligenza artificiale le critiche del professor Carlo Sini nei confronti della definizione di intelligenza riferita agli automi. Le risposte sono veramente interessanti.

    Qui trovate tutto l’articolo completo: https://www.npensieri.it/dialoghi-con-un-ia/filosofia-della-tecnica-e-della-tecnologia/filosofo-versus-intelligenza-artificiale/

    Saluti

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    1. Avatar Giovanni Covino

      Molte grazie. Leggerò volentieri, poi – appena possibile – cercherò di rispondere alle obiezioni. Cordialmente, Giovanni Covino

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Giovanni Covino, autore e curatore del blog.