Il “bacio” del Dissennatore

Il Dissennatore è una delle figure più inquietanti della saga venuta fuori dalla penna di Joanne K. Rowling. Questa oscura presenza fa la sua comparsa nel terzo capitolo, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban: i protagonisti di questa entusiasmante avventura sono in viaggio sul solito treno per un nuovo anno scolastico, tutto procede bene quando improvvisamente il treno si arresta «con un scossone», cala il buio e l’aria diviene fredda, gelida ed ecco apparire i Dissennatori: «in piedi sulla soglia illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di Lupin, una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto» (III, 85). Segue immediatamente la descrizione di questo nuovo personaggio che non promette nulla di buono:

«Aveva il volto completamente nascosto dal cappuccio. Gli occhi di Harry sfrecciarono in basso, e quello che vide gli diede una stretta allo stomaco. Una mano spuntava dal mantello, ed era scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell’acqua…» (III, 85-86).

La descrizione fisica rende bene l’orrore che la persona prova dinanzi a questa tremenda figura oscura. Difatti poco dopo, continuando la narrazione, Rowling presenta la caratteristica peggiore del Dissennatore:

«Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro come se cercasse di respirare qualcosa di più dell’aria. Un freddo intenso calò su di loro. Harry sentì il respiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la pelle. Era dentro di lui, s’insinuava fino al cuore…» (III, 86).

Questo “insinuarsi fino al cuore” permette di cogliere bene il carattere di questo personaggio che – secondo quanto dice la stessa scrittrice (cfr. The Times (UK), 30 June 2000) – è una sorta di personificazione della depressione. La figura nasce dalla stessa esperienza di vita, da quell’incapacità di sperare, dalla distruzione di ogni aspetto positivo della propria vita. Il lettore – come dinanzi ad ogni esperienza forte – riesce a cogliere immediatamente questo aspetto inquietante  della figura che mostra il suo terribile volto con un gesto che dovrebbe significare altro (cfr. anche “Harry Potter and Me” – BBC Christmas Special, British version -, BBC, 28 December 2001): il “bacio”. Ancora una volta la scrittrice presenta con un gustoso paradosso la verità di un’esperienza teribile e un gesto apparentemente affettuoso diviene preludio di perdizione:

«“Vedi, il Dissennatore abbassa il cappuccio solo per usare la sua arma estrema, la peggiore”. “Che cos’è?”. “Lo chiamano il Bacio del Dissennatore” disse Lupin con un sorriso un po’ obliquo. “È quello che fanno i Dissennatori quando vogliono distruggere completamente qualcuno. Immagino che ci siano della fauci lì sotto, perché le stringono sulla bocca della vittima e…le succhiano l’anima”. Harry sputò un po’ di Burrobirra. “Cosa…uccidono…?”. “Oh no” disse Lupin. “È molto peggio. Puoi esistere anche senza l’anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino ancora. Ma non avrai più nessuna idea di te stesso, nessun ricorso…nulla. Non è possibile guarire. Esisti e basta. Come un guscio vuoto. E la tua anima se n’è andata per sempre…è perduta”» (III, 226).

È facile per ognuno di noi riconoscere questa oscura presenza nella propria vita, nella vita di un proprio caro oppure incontrare o persino essere un Dissennatore. È una possibilità, certo, un’inquietante e terribile possibilità, ma non bisogna dimenticare che per ogni Dissennatore può esserci un Patronus; non bisogna dimenticare che può esserci per ognuno una sottile forte figura d’argento in grado di riaprire quella porta chiusa dalle fauci di questa oscura presenza.

Giovanni Covino

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Giovanni Covino, autore e curatore del blog.