La trilogia dei filosofi. Romanzi

Irvin D. Yalom, Il problema Spinoza, Neri Pozza, Milano 2005, pp. 441.

Il testo di Yalom è un racconto che ripercorre le vite di Alfred Rosenberg e Baruch Spinoza. Le opere di quest’ultimo si presentano al diciassettenne Rosenberg (uno dei fondatori del partito nazista e stretto collaboratore di Adolf Hitler) come un “problema”: davvero Baruch Spinoza, uomo appartenente a una “razza inferiore”, è riuscito a sviluppare un pensiero filosofico così lucido e, per alcuni aspetti, geniale? Com’è possibile che sia stato fonte di ispirazione per molti autori tedeschi?

Come puoi immaginare, mi sento molto turbato a leggere l’opera di quest’ebreo. Tuttavia il grande Goethe lo venerava e avevo dato la mia parola al preside di leggerlo. Tu potresti davvero aiutarmi a capire Spinoza?

ALFRED ROSENBERG IN UN DIALOGO CON L’AMICO MEDICO FRIEDRICH, P. 127

Categoria: Romanzo filosofico.

Commento: Il problema Spinoza è un romanzo che, basato su alcuni fatti storici, ci fa entrare nel mondo interiore di due personaggi distanti non solo nel tempo. Lo consiglio per l’originale struttura narrativa e per la capacità che ha di farci riflettere sulla vita di due personaggi storici da una prospettiva diversa, quella dei vissuti personali. Un tentativo di indagare la vita interiore di Rosenberg e Spinoza.

Voto: 7/10.


Irvin D. Yalom, La cura Schopenhauer, Neri Pozza, Vicenza 2005, pp. 479.

Il romanzo narra la storia di Julius, uno psicologo che, colpito da una grave malattia, decide di contattare uno dei suoi più ostici ex pazienti, Philip. Quando si incontrano Julius scopre che Philip è riuscito ad uscire dal suo problema di dipendenza dal sesso non grazie al suo lavoro terapeutico (interrotto dopo tre anni) ma grazie alla filosofia di Schopenhauer. Inizia così un lungo dialogo tra i due svolto all’interno di un gruppo di terapia che porterà qualcosa sia a Julius che a Philip.

Con il rapido passare del tempo, Julius attendeva con aspettative crescenti l’incontro settimanale del gruppo. Forse le sue esperienze all’interno del gruppo erano così intense perché le settimane dell’«anno buono» di vita che gli rimaneva si stavano esaurendo. Ma non erano soltanto gli avvenimenti del gruppo: tutto, nella sua vita, le cose grandi e quelle piccole, apparivano più tenere e vivide. Naturalmente le sue settimane erano sempre state contate, ma i numeri sembravano così grandi, così protratti verso un futuro destinato a durare per sempre, che non aveva mai affrontato l’idea del loro esaurirsi.

Vedere la fine ci porta sempre a rallentare il passo. I lettori sfrecciano rapidamente attraverso le mille pagine dei Fratelli Karamazov fino a quando non ne rimangono che una dozzina, e allora all’improvviso diminuiscono la velocità di lettura, assaporando ogni paragrafo lentamente, succhiando il nettare da ciascuna frase, da ciascuna parola. La scarsità di giorni faceva sì che Julius attribuisse un grande valore al tempo: scivolava sempre di più nella stupita contemplazione del flusso miracoloso degli eventi di ogni giorno.

I. Yalom, La cura Schopenhauer , p. 375.

Categoria: Romanzo filosofico.

Commento: Il testo di Yalom è – come quello dedicato a Spinoza – interessante per gli amanti del genere. La storia che vede protagonisti Julius e Philip è intervallata da alcuni capitoli dedicati alla vita di Schopenhauer (con citazioni, lettere ecc.). Ci sono pagine di estremo interesse soprattuto quelle relative all’applicazione della filosofia alla pratica terapeutica nonché una riflessione sui limiti del filosofo tedesco. In alcuni luoghi la lettura risulta un po’ pesante, ma nel complesso più che sufficiente.

Voto: 6,5/10.


Irvin D. Yalom, Le lacrime di Nietzsche, Neri Pozza, Vicenza 2005, pp. 445.

Vienna di fine Ottocento, il solitario filosofo Nietzsche viene convinto dai suoi amici ad andare dal dott. Breuer per cercare una cura per i suoi disturbi fisici e psicologici. Il dottore non riesce però a trovare un approccio adeguato per guadagnarsi la fiducia finché non ha una brillante idea: invertire i ruoli.

Ma adesso, ripensandoci, mi rendo conto che avevate ragione: in materia sono effettivamente un esperto. Ho veramente molto da insegnarvi, avendo dedicato gran parte della mia vita allo studio della disperazione. Quanta parte, posso farvelo capire con facilità. Pochi mesi or sono mia sorella Elisabeth mi ha mostrato una lettera che le ho scritto nel 1865, quando avevo ventun anni. Non mi restituisce mai le lettere, mette via tutto, dicendo che un giorno creerà un museo per raccogliervi tutte le mie cose, facendo pagare un biglietto per visitarlo. Conoscendola, non ho dubbi che farà impagliare, montare ed esibire la mia persona come attrazione principale. In quella lettera affermavo che esiste una fondamentale divisione nella condizione umana: coloro che desiderano la pace dell’anima e la felicità devono credere e abbracciare la fede, mentre coloro che desiderano perseguire il vero devono abbandonare la pace mentale per dedicare la vita alla ricerca. Lo sapevo già a ventun anni, mezza vita fa. È dunque ora che lo apprendiate anche voi: dev’essere il vostro punto di partenza. Dovete scegliere tra agio e vera ricerca! Se scegliete la scienza, se scegliere di essere liberato dalle consolatorie catene del soprannaturale, se come affermate scegliete di rifuggire dalla fede per abbracciare un mondo senza Dio, allora non potete con lo stesso alito anelare ai meschini conforti del credente! Se uccidete Dio, dovete anche abbandonare il sicuro rifugio del tempio.

I. Yalom, Le lacrime di Nietzsche, pp. 263-64.

Categoria: Romanzo filosofico.

Commento: Con questo romanzo dedicato a Nietzsche concludo la lettura della Trilogia dei filosofi di Irvin Yalom. Il filo conduttore è la ricerca del senso dell’esistenza, in modo particolare il senso del dolore, l’importanza dell’amicizia e del dialogo. Questo volume racconta i turbamenti di Nietzsche e allo stesso tempo l’angoscia di Breuer, medico che ha in cura il filosofo. Nei dialoghi tra i due vi sono tantissimi spunti interessanti di riflessione e – come già fatto con i precedenti romanzi – anche in questo caso Yalom cerca di mostrare la potenzialità del dialogo filosofico per la pratica terapeutica. I personaggi citati sono quasi tutti realmente esistiti e sono calati molto bene nella finzione del romanzo (molto importante a tal proposito la nota finale che definisce il confine tra la realtà e la finzione). Il messaggio lo si scopre al termine del percorso di “cura” che, in definitiva, è un percorso di conoscenza del sé e dell’altro.

Voto: 7,5/10.

Giovanni Covino

Risposte

  1. Avatar egle67

    Ottimi consigli.
    Molto intenso e significato anche “La cura di Schopenhauer”

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    1. Avatar Giovanni Covino

      Grazie per il commento. Sì lettura tutto sommato piacevole, in alcuni casi non semplice. Spunti di riflessione interessanti. Diciamo che per formazione non amo molto i filosofi protagonisti dei romanzi, ma ho comunque apprezzato i numerosi insegnamenti presenti. Il romanzo che ho letto con più coinvolgimento è stato quello dedicato a Nietzsche.

      Piace a 1 persona

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Giovanni Covino, autore e curatore del blog.