La streghetta mezzosangue

Hermione Granger è uno dei personaggi più importanti dell’intreccio venuto fuori dalla penna di J. K. Rowling. Figlia di due babbani, entrambi dentisti, Hermione ha una personalità forte e si presenta, sin dalle prime pagine del romanzo quando incontra Harry Potter e Ron Weasley nel primo viaggio verso Hogwarts, come un modello di rigore nello studio e nel rispetto delle regole. Emerge chiaramente dal primo dialogo che vede protagonisti proprio il nostro trio magico:

«Agitò la bacchetta ma non accadde nulla. Crosta era sempre grigio e continuava imperterrito a dormire. “Sei sicuro che sia un vero incantesimo?” chiese la ragazza. “Comunque, non funziona molto bene, o sbaglio? Io ho provato a fare alcuni incantesimi semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nella mia famiglia, nessuno ha poteri magici; è stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto un tale piacere […] Ho imparato a memoria tutti i libri di testo, naturalmente, spero proprio che basti…E… a proposito, io mi chiamo Hermione Granger, e voi?”. Tutto questo l’aveva detto quasi senza riprendere fiato. Harry lanciò un’occhiata a Ron e si sentì molto sollevato nel constatare dalla sua espressione attonita che neanche lui aveva imparato a memoria i libri di testo. “Io sono Ron Weasley” bofonchiò. “Harry Potter” si presentò Harry» (I, 110).

I suoi modi sembrano irritare chi sta intorno e, in effetti, non mancano momenti di tensione – non solo con Harry e Ron – quando prende posizione con fare pedante ed eccessivamente scrupoloso. Tuttavia, nell’economia generale della storia, la “streghetta mezzosangue” è di estrema importanza perché è proprio grazie alla sua precisione metodologica e alla sua curiosità intellettuale che si riesce, spesse volte, a trovare la chiave giusta per la risoluzione di intricati enigmi. È proprio lei, per esempio, uno dei pezzi più importanti presenti sulla scacchiera del secondo capitolo della saga, Harry Potter e la Camera dei Segreti. La vicenda che riguarda la “pozione polisucco” è, a mio parere, la migliore rappresentazione di quanto poc’anzi detto:

«“Dovremmo introdurci nella sala comune dei Serpeverde e fare a Malfoy qualche domanda senza che lui sappia che siamo noi”. “Ma è impossibile!” esclamò Harry, e Ron scoppiò a ridere. “No che non lo è» replicò Hermione. «Basterebbe un po’ di Pozione Polisucco” (II, 158)

Per scoprire l’identità dell’erede di Serpeverde, Hermione mostra a Ron ed Harry una possibilità: sempre attenta, la giovane studiosa aveva qualche settimana prima appreso dall’insegnante Severus Piton dell’esistenza della pozione di cui sopra. In questo modo – come racconta il capitolo 12 – Ron ed Harry riescono a prendere le sembianze rispettivamente di Goyle e Crabbe, i due studenti della casa dei Serpeverde più vicini a Malfoy, indiziato numero uno di quanto di brutto stava accadendo ad Hogwarts.

Con questa mossa, Hermione mostra agli amici tutta la sua sagacia ed esprime – anche se con il piglio di una saputella – tutta la sua dedizione alla causa e mette a disposizione degli amici i suoi talenti per raggiungere lo scopo: scoprire l’erede di Serpeverde, chiudere la Camera dei Segreti e mettere al sicuro la scuola.

La “streghetta mezzosangue” è insomma il personaggio che mostra al lettore quanto importante sia la fatica dello studio e che alcuni risultati possono essere raggiunti anche grazie ad un cammino serio e disciplinato. Come dice la filosofa italiano Sofia Vanni Rovighi:

«Non dovremmo affidarci troppo alla genialità, trascurando la paziente ricerca e dovremmo ricordare invece che spesso l’autentico genio si è nutrito di metodica e paziente fatica».

Hermione è proprio la più chiara raffigurazione di questa “metodica e paziente fatica”, un personaggio che colpisce ancora di più se si pensa che il suo è un partire da zero: non ha una famiglia di maghi alle spalle, è – come dicono sprezzanti i nemici di sempre – una “sanguemarcio”. Questa mancanza di purezza non dice nulla della persona, non segna come un marchio: Hermione testimonia proprio questo. Inoltre, nonostante le apparenze, la nostra “saputella” è ben consapevole che i libri, lo studio sono un mezzo per raggiungere traguardi ben più importanti.

Giovanni Covino

Lascia un commento



Segui il blog anche sulle maggiori piattaforme Podcast

Creato con WordPress

Giovanni Covino, autore e curatore del blog.