Ciò che conta non è Conte

Il Napoli è arrivato, con fatica e grandi difficoltà, alla vittoria del quarto scudetto, uno scudetto sicuramente meritato per diverse ragioni: innanzitutto – com’è stato sottolineato più volte da Antonio Conte – il Napoli è stato in testa alla classifica per ben 22 giornate di campionato su 38; in secondo luogo, ha espresso – nonostante le defezioni e gli addii – un calcio equilibrato, solido, un calcio ragionato e pragmatico, incarnazione perfetta dello stile dell’allenatore; infine, il Napoli è stata una squadra matura e seria. In definitiva, occhi esperti o semplicemente amanti del giuoco del calcio hanno potuto apprezzare in questa stagione una squadra camaleontica, una squadra in grado di mutare pelle con il mutare delle stagioni, una squadra in grado di difendere come nessuna in Europa, una squadra consapevole della propria forza, ma ancor di più delle proprie debolezze, dei propri limiti.

Queste parole sono una premessa necessaria, una premessa che serve per celebrare l’impresa del Napoli, ma soprattutto sono la celebrazione di un modus operandi – quello di Conte – che rende visibile e concreto il concetto di fatica, dello sforzo che si ha da fare per raggiungere un obiettivo importante come uno scudetto. Tuttavia, questa premessa è anche un modo per ribadire l’ovvio: per quanto importante sia stato l’allenatore in questa vittoria per la sua tenacia, la sua costanza, la sua serietà, ciò che conta non è Conte.

La grandezza di una impresa sportiva riposa su quanto detto, vale a dire sui concetti di fatica e sudore, non sul singolo uomo. L’uomo Conte ha avuto la sua importanza, ha avuto e avrà i suoi meriti quale catalizzatore di fatica, ma il suo eventuale addio non deve per forza di cose rappresentare la drammatica fine del Napoli. La squadra, e con essa il tifoso, deve divenire qualcosa di più: occorre andare oltre il bisogno di trovare in un altro – che sia Conte, Di Lorenzo o McTominay – la propria identità. La forza è tutta qui. La vittoria non è di Conte, ma del Napoli. Conte ha lavorato bene, la squadra ha lavorato bene, il Presidente ha lavorato bene. Domani qualche nome cambierà, alcuni andranno via, altri arriveranno, ma questo non deve turbare: l’essenziale, in una squadra, è il lavoro, la costanza, la tenacia.

Giovanni Covino

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Giovanni Covino, autore e curatore del blog.