Richard P. Feynman (1918-1988) è stato uno dei più brillanti fisici del XX secolo e premio Nobel per la Fisica nel 1965.
Durante la Seconda guerra mondiale fu tra i giovani scienziati chiamati a lavorare a Los Alamos nel cuore del segretissimo Progetto Manhattan. In quel luogo isolato del Nuovo Messico…continua a leggere la nota introduttiva.
Se non hai letto il primo capitolo segui il link: Bonghi a Los Alamos.
Se non hai letto la prima parte del secondo capitolo segui il link: La cassaforte, parte 1.
Se non hai letto la seconda parte del secondo capitolo segui il link: La cassaforte, parte 2.
III. Il gatto di Feynman, parte 1
L’altopiano cominciò ad essere accarezzato da una leggera brezza. La luna faceva capolino dietro le nubi che, con rapido passo, solcavano il cielo.
Richard e Lucy avevano lasciato l’appartamento di Hans e ora fissavano la frase che avevano poco prima decifrato.
“IL GATTO È LA CHIAVE” – continuava a ripetere mentalmente Feynman.
Il silenzio della sera era rotto solo dal ticchettio dell’orologio e dagli scricchiolii del legno.
«Richard, allora?».
«Allora, non riesco a capire. Abbiamo la chiave, qui c’è Kitty» – e in quel momento il gatto si arrestò e fissò con indifferenza felina Feynman – «ma non ho la soluzione».
Lucy si alzò. Si avvicinò al gatto e mentre lo accarezzava un ricordo le balenò in mente: era il ricordo di Hans che tornava a casa con in braccio quel gattino.
«Sai – disse la donna, mentre accarezzava Kitty – quando tornò a casa con questo gatto mi arrabbiai, poi mi raccontò di averlo quasi investito e come, impaurito, lo fissò dall’asfalto. Da quel momento non ce ne siamo più separati. Pensa che prima di venire qui abbiamo fatto anche questa targhetta personalizzata» – e con un dito mosse la targhetta e subito il tintinnio del campanello risuonò.
«Cosa?» – chiese Feynman.
«Abbiamo fatto questa targhetta personalizzata. Vedi…Kitty…poi io aggiunsi anche questo piccolo campenello».
Feynman si alzò di scatto e si avvicinò al felino che si mostrava sempre più infastidito da tutte quelle attenzioni.
«Ma come ho fatto a non vedere prima. È così banale».
Con un gesto deciso, Feynman slacciò il collarino e prese in mano la targhetta.
«Vedi?».
«Cosa?».
«Questi segni».

Lucy strinse gli occhi e disse: «E allora?».
«Codice Morse» – rispose Feynman con un lampo negli occhi.
«E cosa c’è scritto?».
«Segui il gatto».
Giovanni Covino



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