Ricevo e pubblico con piacere questo contributo di Mario Padovano. Il marxismo, spesso identificato unicamente con il comunismo, si presenta in realtà come un sistema filosofico complesso, fondato sul materialismo storico ed economico. In tale prospettiva, la coscienza, la cultura e persino la teoria scientifica non sarebbero che un prodotto della struttura socio-economica. Proprio questa impostazione, tuttavia, secondo l’Autore, conduce a una contraddizione insanabile: negando l’autonomia del pensiero e riducendolo a mero riflesso delle condizioni materiali, il marxismo si priva della possibilità stessa di fondare un discorso scientifico. Il testo che segue mette in luce questa fallacia strutturale, mostrando come il sistema marxista finisca per auto-invalidarsi nel momento in cui pretende di essere la più alta espressione della scientificità filosofica.
Buona lettura [Giovanni Covino].
Troppo spesso siamo abituati ad identificare tout court il marxismo con la mera dottrina del comunismo. In realtà il comunismo come teoria ideologica socio-economica è solo una parte di un intero sistema “teorico” che parte da degli assunti ben più radicali, a dispetto della stessa undicesima tesi su Feuerbach che possiamo ritenere davvero come l’enunciazione dell’intenzione fondamentale di Marx: «I filosofi hanno finora interpretato il mondo, si tratta ora di cambiarlo» – si dice.
In realtà l’enunciazione stessa di questo programma confuta nell’atto stesso di essere espressa il suo contenuto medesimo: è materialmente incoerente. E tuttavia è proprio il materialismo storico ed aggiungerei economico del marxismo a specificarlo come sistema “filosofico” più di quanto non lo sia il suo socialismo finale. Il materialismo storico, così come dice Marx stesso nella Prefazione al suo Per la critica dell’economia politica, consiste soprattutto – come evidenzia anche Giovanni Reale – nella tesi per cui:
«non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere [socio-economico], ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la coscienza»
o , se prendiamo un passo corrispondente nell’ Ideologia tedesca:
«La produzione delle idee, delle rappresentazioni, della coscienza, è in primo luogo direttamente intrecciata all’attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini…Le rappresentazioni e i pensieri, lo scambio spirituale degli uomini appaiono qui ancora come emanazione diretta del loro comportamento materiale»
e ancora:
«gli uomini…sono condizionati da un determinato sviluppo delle loro forze produttive»
Questo assunto è quello della nota dottrina marxiana consistente nella distinzione tra struttura (socio-economica e materiale) e sovrastruttura (culturale, teorica, “spirituale, ecc.) e dei rapporti tra codeste sfere di realtà umana dove il primato (addirittura di causalità deterministica, possiamo dire) ce l’avrebbe la struttura sulla sovrastruttura. È questo un punto di dottrina marxiana molto più strutturale e radicale del socialismo stesso.
Ora, lasciando da parte quei rilievi critici che si potrebbero fare consistenti nella maggior parte dei casi comunque nel rilevamento di fallacie da auto-referenzialità e da petitio principii, vorrei evidenziare una fallacia sempre sistemica che inficia tutto il discorso di questa dottrina che pur ha la pretesa di presentarsi come la più alta in termini di scientificità.
La tesi che mi appresto a provare è che il marxismo arriva a negare la possibilità stessa della scientificità di ogni discorso e a legittimare ancora la stessa possibilità epistemica delle fallacie più anti-scientifiche, invalidandosi proprio sotto questo aspetto, aspetto peraltro radicale e strutturale di ogni predicazione che pretenda di essere appunto scientifica.
In sintesi, io sostengo, applicando la logica modale, che il marxismo (attenzione parlo di marxismo non di semplice comunismo, che si confuta in modo più puntuale ancora), il marxismo – dicevo – arriverebbe con la sua “teoria” dei rapporti tra supposta struttura e sovrastruttura (e ci tengo a precisare che è una dottrina benché ideologica e non una mera prassi) a giustificare la possibilità (attenzione a questo termine) della stessa fallacia ad hominem e di ignoratio elenchi. E lo fa perché se ogni affermazione e dottrina dipende epistemicamente dalla supposta struttura economica ad ognuno sarebbe possibile squalificare la parte dialetticamente avversa attaccando la condizione economica e non occupandosi per nulla della predicazione e dei ragionamenti in sé e della loro validità intrinseca o meno.
Ogni nostra predicazione sarebbe anti-scientifica e non validabile, in alcun modo, in sé, compreso il marxismo e questa stessa affermazione. Ecco questo non solo è di per sé antiscientifico, ma verrebbe a costituire la legittimazione stessa dell’anti-scientificità. E il paradosso si applica al marxismo stesso, basta affermare senza entrare nel merito che esso non vale in sé, ma per le condizioni economiche di chi se ne fa propugnatore. Ciò varrebbe per questa stessa confutazione se non fosse che proprio ammettendo che il determinismo economico-materialistico varrebbe pure per questa confutazione che sto conducendo, in questo caso confermerebbe tale confutazione. Per tale motivo questa confutazione è inoppugnabile.
Mario Padovano OP



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