Ricevo e pubblico volentieri questo contributo sul rapporto tra cristianesimo e filosofia orientale. L’Autore propone un confronto tra grandi tradizioni religiose sottolineando affinità, ma soprattutto divergenze.
L’Autore, Giuseppe Lubrino (1990), è un docente di religione e studioso del pensiero di Joseph Ratzinger. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose e attualmente insegna a Torre Annunziata. Collabora con diverse riviste culturali e teologiche e ha già pubblicato tre libri: Introduzione al pensiero di Joseph Ratzinger: una paideia cristiana (2023), In cammino per la Quaresima con Benedetto XVI (2025) e Giovani, Fede e Identità: Un Percorso di Crescita con Benedetto XVI (2025).
Buona lettura [Giovanni Covino].
Nel panorama delle grandi tradizioni spirituali, il pensiero di Gesù e quello di Lao Tzu si presentano come due percorsi che, pur nascendo in contesti culturali e storici lontanissimi, trovano sorprendenti punti di incontro nella ricerca della verità, della pace interiore e della trasformazione dell’essere umano. In un tempo segnato da crisi di senso e da smarrimento educativo, il dialogo tra Cristianesimo e Taoismo offre chiavi preziose per immaginare un’educazione intesa come crescita integrale della persona.
Entrambi i maestri pongono al centro la via da seguire. Lao Tzu parla del Tao come principio universale ed ineffabile che guida ogni cosa, mentre Gesù si definisce egli stesso “la Via, la Verità e la Vita”. In comune vi è l’idea che il cammino non sia soltanto morale, ma interiore, una trasformazione profonda che conduce all’unione con il divino. Tuttavia, mentre nel Taoismo la meta è la fusione con un principio cosmico impersonale, nel Cristianesimo l’incontro è con un Dio personale, un Padre che ama e che entra nella storia di ognuno.
Un’altra vicinanza si trova nell’invito alla semplicità. Lao Tzu esalta il “non-agire”, ossia il vivere in armonia con il flusso naturale delle cose, mentre Gesù propone l’umiltà come via per entrare nel Regno di Dio. Entrambi rifiutano l’arroganza del potere e propongono un’esistenza autentica, sobria, lontana dall’ostentazione. Eppure la differenza è chiara: il wu wei taoista suggerisce un lasciarsi portare dagli eventi, mentre l’umiltà cristiana apre alla logica paradossale di chi si abbassa per essere innalzato da Dio.
Sul piano etico, Gesù e Lao Tzu condividono l’importanza della compassione. Il Taoismo promuove gentilezza e non-violenza, mentre Gesù predica l’amore universale, persino verso i nemici. La differenza, però, sta nella forza di questo amore: in Cristo esso diventa dono totale, fino al sacrificio di sé, mentre nel Taoismo rimane armonizzazione impersonale con il flusso cosmico.
Il tema dell’educazione si rivela un ulteriore punto di contatto. Per Lao Tzu, conoscere sé stessi è vera saggezza; per Gesù, la vera educazione è conversione del cuore e ricerca della verità interiore. Entrambi vedono l’educazione non come mera trasmissione di nozioni, ma come risveglio dell’anima. Ma ancora una volta la differenza è profonda: Gesù lega il risveglio alla relazione con Dio e alla salvezza, mentre Lao Tzu lo riferisce alla capacità di armonizzarsi con il Tao.
Le divergenze diventano più nette quando si affronta il ruolo dell’azione. Lao Tzu suggerisce il non-intervento come forma suprema di saggezza, un atteggiamento contemplativo che lascia scorrere la vita. Gesù, invece, invita a un impegno concreto e attivo: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”. La carità cristiana non è distacco, ma coinvolgimento, azione, incarnazione dell’amore.
Anche sul piano soteriologico il contrasto è evidente. Gesù si presenta come salvatore dell’umanità, colui che redime la storia e apre a un compimento escatologico. Lao Tzu, invece, non propone una salvezza, bensì un’armonizzazione ciclica con il principio cosmico. Il Cristianesimo, dunque, è storico e orientato al futuro ultimo, mentre il Taoismo è cosmico e ciclico.
Queste differenze hanno una ricaduta diretta sull’educazione odierna. In una società dominata dalla velocità e dalla performance, il pensiero taoista invita a rallentare, a osservare e ad ascoltare, mentre Gesù testimonia il valore della preghiera, del silenzio, del raccoglimento. Entrambi spingono a riscoprire la dimensione interiore dell’educazione, ma con accenti diversi: il Taoismo insiste sull’armonia naturale, il Cristianesimo sulla trasformazione del cuore e sull’impegno etico.
In conclusione, Gesù e Lao Tzu non sono semplicemente figure religiose, ma veri educatori dell’anima. Le loro vie, pur divergenti per concezione del divino, ruolo dell’azione e visione della salvezza, possono incontrarsi in un dialogo fecondo. Da esso nasce un paradigma educativo che non si limita a trasmettere conoscenze, ma integra tecnica e spirito, azione e contemplazione, conoscenza e saggezza. Come ricorda Lao Tzu: “Quando il discepolo è pronto, il maestro appare”.
Forse oggi, davanti alle sfide educative del nostro tempo, è prezioso lasciarsi ispirare dalla saggezza delle tradizioni orientali, che insegnano armonia e interiorità; ma non possiamo dimenticare che il cristianesimo si distingue radicalmente per la sua visione di un Dio personale, di una storia orientata alla salvezza e di un’antropologia fondata sulla relazione e sull’amore.
È in questa differenza che risiede la sua forza unica e insostituibile
Giuseppe Lubrino



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