L’invenzione della razionalità filosofica

L’invenzione della razionalità filosofica è l’ultima fatica del filosofo Fulvio Di Blasi. Con questo volume, l’Autore ci conduce alle origini della filosofia, nel preciso momento della sua nascita, nel momento del passaggio dal mito (mythos) alla ragione (logos). Attraverso i Presocratici – da Talete ad Eraclito, da Parmenide a Democrito – il libro offre un percorso chiaro, preciso e coinvolgente per comprendere come la filosofia abbia dato vita ad un nuovo modo di guardare il mondo, diverso dalla narrazione mitica pur se profondamente intrecciato con essa.

Per Adrian J. Reimers (Holy Cross College), questo volume aiuta a ritrovare le domande originarie che sono al cuore della filosofia e della scienza, ed è prezioso per imparare a pensare correttamente: non solo per gli studenti, ma per tutti. Il filosofo statunitense Edward Feser ne ha elogiato lo stile, capace di essere profondo e rigoroso senza mai risultare pesante, con un tono narrativo che unisce chiarezza e ironia.

Barry David (Ave Maria University) ha invece sottolineato l’impianto del libro: è corredato di glossari, domande di studio, suggerimenti bibliografici e momenti di approfondimento, rendendolo non solo un saggio, ma anche un manuale vivo di introduzione alla filosofia.

Perché leggerlo?

  • Per comprendere la nascita della filosofia quale ricerca razionale sulla realtà, accanto ai grandi miti che hanno nutrito la cultura greca.
  • Per entrare in dialogo con i pioneri di questa “invenzione” come Anassimandro e Pitagora, scoprendo la radice sempre attuale delle loro domande.
  • Per avere tra le mani un testo che unisce rigore accademico e capacità divulgativa, adatto tanto allo studioso quanto al curioso che vuole avvicinarsi al pensiero.

In sintesi, L’invenzione della razionalità filosofica di Fulvio Di Blasi è una lettura che riesce a mettere in dialogo con i primi filosofi e con gli studiosi contemporanei che ne hanno colto la vitalità, unendo tradizione classica e riflessione attuale nello spirito della vera ricerca.

Di seguito, per gentile concessione della Casa Editrice, l’introduzione del filosofo Giuseppe Girgenti, tra i massimi esperti di filosofia antica nel panorama filosofico contemporaneo.

Buona lettura [Giovanni Covino]


L’invenzione della razionalità filosofica di Fulvio Di Blasi è un’opera originale che rivaluta il contributo alla storia del pensiero dei Presocratici, evidenziando come le loro intuizioni abbiano gettato le basi per lo sviluppo della filosofia e della scienza occidentale. Questa era la tesi di fondo di Giovanni Reale, per il quale il pensiero greco è ancora attuale perché ha creato quelle categorie concettuali che hanno permesso la nascita e lo sviluppo della scienza e della tecnica del mondo moderno. Di Blasi adotta un approccio interdisciplinare, integrando elementi di storia della filosofia, di scienza, ma anche di teologia cristiana e di cultura generale, per offrire una visione complessiva e approfondita del pensiero presocratico come radice vivente del mondo che abitiamo e che è evidentemente in crisi. Il testo ha un approccio pedagogico e certamente non “accademico”, nell’accezione deteriore del termine, come si vede anche dal tono vivace e provocante, mirato a coinvolgere e appassionare gli studenti alla filosofia, e a rendere il testo accessibile e stimolante anche per i non specialisti. ​Il libro è arricchito da appendici con approfondimenti su temi rilevanti e consigli di lettura per accompagnare lo studio.

La tesi di fondo del libro è che la filosofia presocratica rappresenta un passaggio cruciale dalla mitologia alla razionalità, attraverso l’uso della logica e della fisica per comprendere il mondo naturale e il divenire. Logos e Physis​, del resto, sono le parole aurorali della filosofia ionica, da Talete a Eraclito. L’autore sostiene che i presocratici non siano stati semplici precursori della scienza moderna, ma autentici filosofi che hanno avviato un percorso di indagine razionale – appunto con il logos – della natura – appunto la physis

L’originalità del contributo di Di Blasi risiede in diversi aspetti. Anzitutto, la rivalutazione dei Presocratici, giacché mostra come le loro intuizioni fossero tentativi razionali di comprendere la realtà, in contrasto con la tendenza contemporanea a ridurre la filosofia presocratica a un semplice preludio alla scienza moderna. ​Questo implica l’interconnessione tra Logica e Fisica, giacché si sottolinea come la comprensione dei fenomeni naturali richiedesse un approccio logico e razionale, che prende il posto dell’antico mythos. Tuttavia, il superamento della mitologia tramite la razionalità filosofica porta intrinsecamente il pensiero greco a riconoscere i suoi limiti intrinseci, oltrepassabili solamente con una credenza di secondo grado, che storicamente si è realizzata nella filosofia e nella teologia cristiana. In ciò il testo solleva una critica all’ideologia contemporanea di matrice positivista che separa filosofia e teologia, sostenendo che anche i primi filosofi greci, pur campioni della demitizzazione, integravano nelle loro riflessioni sulla natura intuizioni e commenti sul divino, talvolta identificando la physis con l’arché, ossia con l’Origine, talaltra preconizzando una arché al di là della natura stessa. In questo modo Di Blasi offre una visione olistica del pensiero presocratico. ​Focalizzandosi sulla logica intrinseca del “divenire” e del “tempo” per risalire all’Essere e all’Eterno, il libro esplora come i presocratici abbiano affrontato il problema del cambiamento e del divenire, per riflettere sul Divino e porre le basi della teologia razionale successiva.

Il libro mostra poi come queste riflessioni dei primi pensatori greci attraverso Platone, Aristotele e il pensiero cristiano siano ancora rilevanti per le discussioni filosofiche e scientifiche contemporanee. ​Nel pensiero di Di Blasi, infatti, Aristotele e San Tommaso d’Aquino svolgono un ruolo fondamentale come punti di riferimento per comprendere e sviluppare ulteriormente le intuizioni dei filosofi presocratici.  Aristotele è apprezzato per il suo sviluppo della metafisica, per la teoria delle quattro cause, per il concetto teologico di Motore Immobile e per il principio logico-ontologico di non contraddizione. ​ San Tommaso d’Aquino è valorizzato per la sua sintesi tra filosofia aristotelica e teologia cristiana, per le cinque vie per dimostrare l’esistenza di Dio, e per le nozioni di causalità e contingenza. ​

Di Blasi utilizza entrambi i filosofi per mostrare la continuità storica della filosofia occidentale, dimostrare la validità delle intuizioni filosofiche riguardanti il divenire e la causalità, e per criticare, come già accennato, l’ideologia contemporanea che separa filosofia e teologia. ​ Questo è, a mio avviso, uno degli aspetti più interessanti del libro, perché riesca a emancipare la filosofia presocratica dall’essere un semplice preludio alla scienza moderna. ​ Di Blasi sostiene a buona ragione che questo approccio sia riduttivo e che non renda giustizia alla complessità e alla profondità del pensiero presocratico. Egli propone invece un approccio integrato, che riconosca l’importanza della filosofia e della teologia per una comprensione completa della realtà, inclusa la questione del divino. ​In questo senso, come già diceva Aristotele, Di Blasi ribadisce che i presocratici non fossero semplici naturalisti o fisici, ma che avessero una visione del mondo che includeva anche una dimensione trascendente e divina. ​Per questo possono essere considerati i primi teologi greci.

Il testo è articolato in otto capitoli principali, ciascuno suddiviso in vari paragrafi e seguito da un’appendice. Ecco una panoramica della struttura del libro: il primo capitolo, intitolato Meraviglia e Ragioneaffronta l’origine stessa della filosofia – in principio era la meraviglia! – e il rapporto mito-ragione-fede. Propone tre “esperimenti” di meraviglia attraverso il football americano, il linguaggio ​e il rapporto tra razionalità, moralità e passioni. 

Il secondo capitolo, Verso una Definizione di Filosofia ​prende di petto il rapporto della razionalità con l’esperienza, con l’arte, con la scienza, con la tecnica, per mostrare i limiti delle scienze esatte e la necessità di oltrepassare la scienza, l’episteme, anche con l’ausilio del senso comune, nella sapienza, la sophia. E questo soprattutto con lo sguardo alle pretese della medicina negli anni del Covid. 

Il terzo capitolo, La ricerca della Causa Prima, mostra come già a partire da Talete siano state poste le “domande” metafisiche (dove?, quando?) che conducono a una prima definizione dell’arché. Attraverso le classiche cinque fasi del pensiero antico (naturalistica, umanistica, sistematica, etica e religiosa) si ripercorre il cammino storico che ha portato la fisica, tramite la logica, a svelare il suo contenuto etico e teologico. Nella fase etica, infatti, la vita buona è quella condotta “secondo natura” (katà physin) e “secondo ragione” (katà logon) e nella fase religiosa l’etica diventa espressamente soteriologia e la logica diventa teologia. 

Il quarto capitolo, Dalla Prima Causa alla molteplicità di cause, ripercorre la sintesi aristotelica della filosofia prima come aitiologia, ovvero “scienza delle cause”, nel suo sviluppo storico (Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora, Eraclito) fino alla definizione delle quattro cause principali, materiale, formale, efficiente e finale. 

Il quinto capitolo, Dal Caos al Cosmo, sviluppando l’intuizione cosmogonica della Teogonia di Esiodo, prende in analisi il passaggio all’Italia meridionale ​del pensiero ionico, e quindi la nascita della filosofia italica nelle scuole pitagoriche della Magna Grecia. Le scienze matematiche diventano quindi lo strumento per eccellenza che svela l’intelligibilità del reale, sia in ambito fisico sia in ambito astronomico. 

Il sesto capitolo, Essere contro Divenire, a partire dalla classica contrapposizione tra Parmenide ed Eraclito, in cui si gioca la contrapposizione tra ontologia e nichilismo, tra verità e falsità, e a seguire con i paradossi di Zenone che vorrebbero ridurre all’assurdo la molteplicità e il movimento, si giunge al problema cruciale della filosofia, il problema del rapporto del Principio con il principiato, che altro non è se non il rapporto di Dio con il mondo. 

Il settimo capitolo, La realtà frammentata dei Pluralisti, ripercorre le modalità post-eleatiche di “salvataggio” dei fenomeni, in Anassagora, in Empedocle e negli Atomisti, in cui l’ammissione della molteplicità e del movimento postula una “causa del movimento”, sia essa il Nous, o la polarità Philia/Neikos, o il vortice (dine) degli atomi, e postula altresì una eternità degli elementi mossi, che spiegherebbe la nascita e la morte come mera coesione e mera dissoluzione di realtà di per sé eterne. 

Il capitolo ottavo, La logica del divenire e il Divino, è il punto di arrivo di tutto il libro ed esplora la relazione tra la logica del divenire e il concetto di divino nella filosofia presocratica. ​ Di Blasi conclude che i primi filosofi greci avessero intuizioni razionali che li portarono a concepire un principio divino come causa del divenire: la natura è insufficiente a spiegarsi da sola, ma ciò non vuol dire che questi filosofi siano stati vittime del mito; semmai, queste intuizioni presocratiche portano direttamente al concetto aristotelico di Motore Immobile, per l’impossibilità di un regresso all’infinito nelle cause del movimento. ​  

In conclusione, questo testo di Di Blasi può essere considerato un’introduzione teoretica alla filosofia attraverso lo studio dei presocratici, i primi pensatori che hanno avviato il cammino metafisico. ​Certamente​ esso non mira a una trattazione esaustiva del pensiero di ogni filosofo, ma a mostrare le intuizioni razionali che hanno avviato il progresso scientifico e filosofico. ​Di Blasi evita discussioni troppo specialistiche e si concentra sulla logica del divenire, sottolineando che la questione di Dio è fondamentale nella storia della filosofia e deve essere affrontata con rispetto e profondità. Si spiega così la sua critica al pregiudizio moderno secondo cui l’esistenza di Dio appartiene solo alla fede e non al discorso razionale. ​Pertanto, esso è consigliabile anche a lettori non specialisti, oppure specializzati in discipline scientifiche e tecnologiche. 

Di Blasi dimostra una conoscenza della filosofia non solo tecnica e specialistica ma olistica e sapienziale, profonda e piacevole al tempo stesso, in cui il rigore della logica e del percorso razionale si unisce con armonia al fascino della cultura, del mito, della storia e dell’apertura al trascendente. Bisogna certamente ringraziarlo per questo libro che è destinato a divenire una pietra miliare per gli studiosi e per chiunque voglia accostarsi alla filosofia imparando i canoni del pensiero coerente e razionale.

Giuseppe Girgenti

Professore di Storia della filosofia antica, Università San Raffaele di Milano

Lascia un commento



Segui il blog anche sulle maggiori piattaforme Podcast

Creato con WordPress

Giovanni Covino, autore e curatore del blog.