L’educazione come realizzazione dell’essere personale: Tommaso d’Aquino alla luce del pensiero di Cornelio Fabro

Ricevo e pubblico volentieri questo contributo sul rapporto tra educazione e filosofia in San Tommaso d’Aquino.

L’Autore, Giuseppe Lubrino (1990), è un docente di religione e studioso del pensiero di Joseph Ratzinger. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose e attualmente insegna a Torre Annunziata. Collabora con diverse riviste culturali e teologiche e ha già pubblicato tre libri: Introduzione al pensiero di Joseph Ratzinger: una paideia cristiana (2023), In cammino per la Quaresima con Benedetto XVI (2025) e Giovani, Fede e Identità: Un Percorso di Crescita con Benedetto XVI (2025).

Buona lettura [Giovanni Covino].


Nel panorama della filosofia cristiana, San Tommaso d’Aquino rappresenta una delle figure più eminenti e influenti. La sua opera, fondata su una profonda sintesi tra ragione e fede, ha attraversato i secoli, continuando a offrire strumenti concettuali per comprendere l’uomo, il mondo e Dio. Tra i molti interpreti del pensiero tomista, Cornelio Fabro si distingue per la sua lettura rigorosa e originale, capace di restituire la vitalità metafisica del pensiero dell’Aquinate. In particolare, il tema dell’educazione, spesso trascurato nei manuali scolastici, emerge come centrale nella visione antropologica e teologica di Tommaso, soprattutto se letto attraverso la lente di Fabro.

L’educazione come realizzazione dell’essere personale

Per San Tommaso, educare significa condurre l’essere umano alla realizzazione della sua natura razionale e spirituale. L’educazione non è un processo meramente tecnico o funzionale, ma un atto ontologico, una partecipazione all’essere. Come scrive Tommaso nella Summa Theologiae, “educare è aiutare l’intelletto a passare dalla potenza all’atto” (ST, I, q. 79, a. 4). Cornelio Fabro, nella sua Introduzione al Tomismo, sottolinea come questa visione implichi una concezione dell’uomo come essere in divenire, chiamato a perfezionarsi attraverso la conoscenza e la virtù.

Fabro interpreta l’educazione tomista come un processo di attualizzazione delle potenze dell’anima, in particolare dell’intelletto agente, che “illumina i dati sensibili e li eleva alla comprensione universale”. In questo senso, l’educatore non è un semplice trasmettitore di contenuti, ma un “cooperatore dell’atto creativo”, che guida l’allievo verso la verità.

L’intelletto e la verità: il cuore della pedagogia tomista

Nel pensiero di Tommaso, l’intelletto umano è ordinato naturalmente alla verità. L’educazione, pertanto, è un processo di liberazione, di elevazione dell’anima verso il suo fine ultimo. Come afferma l’Aquinate: “La verità è il bene dell’intelletto, come il cibo è il bene del corpo” (ST, I, q. 16, a. 3). Fabro riprende questa intuizione, evidenziando come la pedagogia tomista sia fondata su una fiducia radicale nella capacità dell’uomo di conoscere il reale, di aderire all’essere.

In La mente di Tommaso d’Aquino, Fabro scrive: “L’educazione è il risveglio dell’intelletto alla sua vocazione metafisica, alla sua apertura all’essere”. Questa prospettiva implica una visione dell’insegnamento come atto spirituale, come servizio alla verità, e non come mera trasmissione di informazioni.

Libertà e responsabilità: l’educazione come esercizio della volontà

Un altro elemento centrale nella visione tomista dell’educazione è il ruolo della volontà. L’uomo, dotato di libero arbitrio, è chiamato a scegliere il bene con consapevolezza. L’educazione, dunque, non può essere coercizione, ma deve rispettare la libertà dell’allievo. Come scrive Tommaso: “La libertà è la facoltà di scegliere il bene” (ST, I-II, q. 10, a. 2).

Fabro interpreta questa dimensione come fondamento etico dell’educazione. L’educatore è colui che orienta l’anima verso il bene, mostrando la bellezza dell’ordine razionale e morale del creato. In Tomismo e libertà, Fabro afferma: “L’educazione è l’arte di rendere l’uomo libero, cioè capace di aderire al bene per amore della verità”.

La formazione integrale della persona

La pedagogia tomista, secondo Fabro, è una pedagogia integrale, che coinvolge tutte le dimensioni dell’essere umano: intelletto, volontà, affetti, corporeità, spiritualità. L’educazione è, in ultima analisi, una forma di ascesi, un esercizio di libertà e di amore verso il vero, il bene e il bello. In questo senso, l’educazione cristiana non è mai neutra: essa è orientata alla santità, alla piena realizzazione dell’uomo in Dio.

Come scrive Fabro in L’anima e l’essere: “Educare è condurre l’anima alla sua forma, che è la verità dell’essere. Ogni atto educativo è un atto metafisico, perché tocca il cuore dell’essere umano”.

Conclusione

L’educazione, nel pensiero di San Tommaso d’Aquino, è molto più di una tecnica o di una trasmissione culturale: è un atto ontologico, una partecipazione all’essere. Cornelio Fabro, con la sua lettura profonda e rigorosa, ci restituisce la grandezza di questa visione, mostrando come l’educazione sia, in fondo, un cammino di salvezza. In un’epoca segnata dalla frammentazione e dal relativismo, riscoprire la pedagogia tomista significa ritrovare le radici di una vera formazione umana e spirituale.

Giuseppe Lubrino


Bibliografia

  • San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, Edizioni Studio Domenicano.
  • Cornelio Fabro, Introduzione al Tomismo, Edizioni Aquinas.
  • Cornelio Fabro, La mente di Tommaso d’Aquino, Libreria Editrice Vaticana.
  • Cornelio Fabro, Tomismo e libertà, Morcelliana.
  • Cornelio Fabro, L’anima e l’essere, Edizioni Vita e Pensiero.
  • Giovanni Reale, Introduzione a Tommaso d’Aquino, Bompiani.
  • Battista Mondin, Il pensiero filosofico di San Tommaso, ESD.

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