Giovanni Di Lorenzo è uno di quei giocatori la cui umiltà li rende quasi invisibili: lavorano senza fiatare, con grande spirito di sacrificio.
Dopo una lunga gavetta (Reggina, Cuneo, Matera, Empoli), Di Lorenzo è approdato al Napoli. Qui ha cominciato a raccogliere i frutti del suo lavoro, calcando importanti palcoscenici. Ultimo palcoscenico (e che palcoscenico!) quello di Anfield. L’evento Liverpool-Napoli è stato il raggiungimento di un sogno:
Ripensando a qualche anno fa, ritrovarmi qui è qualcosa di bello. È stato un percorso lungo, difficile, adesso sto raccogliendo i frutti dei tanti sacrifici che ho fatto. Essere qui, in questo stadio, in questa competizione, è qualcosa di bello. È il raggiungimento di un sogno che avevo da bambino.
G. Di Lorenzo, Conferenza stampa Liverpool-Napoli, 26 novembre 2019
La grandezza del giocatore Di Lorenzo è tutta nella sua intelligenza tattica: un terzino destro che quest’anno ha giocato, all’occorrenza, anche a sinistra e nell’ultima di Champions come quarto di centrocampo (con una prestazione, tra l’altro, importante: il migliore con Allan e Koulibaly). In lui troviamo quello che Arrigo Sacchi considerava essenziale nei suoi giocatori: «deontologia, professionalità, entusiasmo, intelligenza».
Giovanni Di Lorenzo è, in questo senso, un giocatore con “spirito ancelottiano”. È capace di esprimere tutto il suo potenziale in qualsiasi situazione: è l’espressione della “ragionata imprevedibilità” del tecnico di Reggiolo e del calcio moderno.
Il numero 22 del Napoli, con la sua duttilità, va al di là dell’equivoco del modulo. Mostra, insomma, i principi del calcio di mister Ancelotti che di lui ha detto:
Di Lorenzo è una grande sorpresa, un giocatore molto molto affidabile in qualsiasi posto. È uno dei pochi giocatori a cui non devi tanto spiegare le cose.
Carlo Ancelotti
Giovanni Covino