Il Napoli perde ancora.
La presenza di quel sentimento nostalgico della bellezza che fu è sempre più forte. Il passato è oramai divenuto presente: ritorno alla “macchina perfetta” è la parola d’ordine.
Alcuni giocatori sono però – dispiace dirlo – la brutta copia del tempo sarriano. E con questo il Napoli deve fare i conti.
Fino a qualche tempo fa si parlava di sensazione. Ora, invece, è chiaro: la rigenerazione è necessaria. Riprogettare.
E se fino a qualche tempo fa pensavo che dal buio di quest’annata storta, il Napoli potesse trarre profitto, fare quel salto verso l’internazionalizzazione e verso una programmazione degna di questo nome, oggi non resta che prendere atto che questo tentativo di salto, con Benitez prima, con Ancelotti poi, non è avvenuto. E – ammettiamolo! – in Italia solo la Juventus è in grado di farlo. Non in vista dell’anno, ma del decennio successivo.
Al Napoli ora non resta che mettere a posto i cocci, rimpiangendo il tempo passato, il tempo della favola della “macchina perfetta”, sperando in una ripresa che si fa sempre più difficile.
Per ora, in questa ricerca, tra scivoloni e strafalcioni, vince solo la nostalgia della bellezza che fu.
Giovanni Covino