E la cena di Natale divenne “cena con delitto”.
Dopo la quarta sconfitta in cinque partite, l’era Gattuso ha ormai certificato il vero problema del Napoli. Non si tratta di gioire delle disgrazie del povero Gennaro o di considerarlo fautore di un disastro, ma di prendere semplicemente atto che la situazione era ed è ben più complessa. I giocatori, dalla sera del famoso ammutinamento, hanno cambiato le sorti della loro stagione calcistica. Il tutto condito – per non farsi mancare niente – con sottili, prelibate analisi e con grandiose dispute sopra i massimi sistemi: la condizione fisica da ritrovare, il modulo da riconsacrare e, last but not least, l’allenatore pensionato. Un loop infinito: ammutinamento-condizione fisica-modulo-pensionato-multe-ammutinamento.
Il delitto, oramai, si è consumato. La cena di Natale, la cena del famoso discorso sulla “grande bellezza che fu” ha presentato il suo conto (e che conto!): il Napoli è un corpo morto in caduta libera. Ci vorrebbe il miglior Poirot o l’abile Holmes per indagare e trovare la soluzione di questo enigma.
Parliamo un po’ delle questioni accennate.
- La condizione fisica da ritrovare. Una squadra non allenata e in condizioni precarie non tiene testa alla squadra più forte d’Europa per ben due volte. Non disputa un ottimo girone di Champions e non partite di campionato, come in casa contro l’Atalanta.
- Il modulo o dell’antica ossessione. Una squadra che ha giocato, in modo eccellente, il 4-4-3, non capisco perché non possa giocare in altri modi per raggiungere il medesimo risultato. Il punto 1 mostra l’inconsistenza di questa posizione.
- Il pensionato. Allenatore vincente sceglie il Napoli e parte della stessa Napoli lo tratta da pensionato. Chissà per quali motivi nascosti ha accettato – ci si chiede. Sono sillogismi, questi, che sfuggono ai più.
La strategia migliore, quella del tempo e della pazienza, è stata messa da parte per far posto ad un fantomatico ritorno al passato con interpreti ormai giunti al termine di un ciclo.
Ancelotti l’aveva capito bene e aveva cercato di cambiare rotta, mostrando alla squadra vie diverse e approcci diversi. Progetto ambizioso.
Ma questo ormai è storia.
Giovanni Covino
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