La prossima partita, Napoli-Juventus, dovrà certificare lo stato di salute del Napoli: guarigione o malattia cronica? La coppa ci ha detto di un Napoli ordinato e applicato, soprattutto in fase difensiva. E non è una novità. Come ho avuto modo di dire, il Napoli, al di là del modulo, ha mostrato svariate volte le sue qualità. Poi le cose si sono complicate.
Certo è che la squadra (prima con Carlo Ancelotti, poi con Gennaro Gattuso) e una parte della tifoseria hanno vissuto rincorrendo un fantasma, il fantasma del 4-3-3 di sarriana memoria. Una rincorsa, a mio giudizio, inutile. Chi scrive, infatti, era ed è convinto della necessità di una svolta e della possibilità di un Napoli diverso. Nuovi orizzonti.
In attesa della crescita definitiva, domenica vedremo in carne ed ossa il fantasma del 4-3-3: il comandante sarà a Napoli, tra quelli che l’hanno osannato, divinizzato non solo per le belle partite, ma anche (in alcuni casi soprattutto) per la lotta contro i c. d. “poteri forti”. Un’antica ossessione che si affianca a quella del modulo e della retorica vittimistica che si sintetizza con la frase “è sempre così”.
Il comandante ritorna a Napoli come allenatore della squadra “nemica” e ritorna da vincitore – come ha scritto Gallo su Il Napolista. E da vincitore andrà via, se il Napoli non sceglie di essere più di un allenatore, più di un giocatore. Come la Juventus.
Giovanni Covino