Insopportabili e anacronistici stereotipi: l’app “inquinata”

Nel 1989 Edoardo Bennato cantava Viva la mamma…indaffarata sempre e sempre convinta, una canzone che tutti ricordano e che di tanto in tanto fischiettano.

Questo fino a qualche giorno fa. Il cantautore napoletano, infatti, dovrebbe, in questi nostri tempi moderni, leggermente modificare il suo testo ed evitare di canticchiare lo stereotipo “esaltato” nelle ultime ore dall’AppImmuni. A dirlo (non della canzone, ma dello stereotipo) è Laura Boldrini, già presidente della Camera dei Deputati, che su Twitter ha commentato le immagini di AppImmuni con queste parole:

«La donna col bambino in braccio e l’uomo al lavoro. Un app che dovrebbe tracciare il contagio, inquinata in partenza da insopportabili e anacronistici stereotipi. Su, forza, cambiamo quell’immagine e quella mentalità».

Insomma, la mamma e proprio perché mamma con un bambino in braccio (sic!) “inquina” perché riferimento ad una mentalità retrograda, un insopportabile stereotipo da eliminare. Che la mamma sia uno stereotipo è alquanto bizzarro affermarlo, visto che per esperienza ne abbiamo tutti una. Ma tant’è. Per Boldrini “essere mamma” fa parte di una mentalità da superare: pensare che una persona possa desiderare la maternità è contraria – almeno secondo la citata Boldrini – alle legittime aspirazioni lavorative.

Passaggi della politica che risultano – per il sottoscritto – incomprensibili.

Offrire la possibilità di crescere un figlio senza perdere il lavoro è, forse, chiedere troppo a questa nostra età, l’età dei diritti (sic!).

Giovanni Covino

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