Il filosofo britannico Antony Flew (1923-2010) è conosciuto come “l’ateo più famoso del mondo che ha cambiato idea”. Flew, infatti, ha sostenuto per decenni posizioni ateistiche. Sono un esempio i volumi God and Philophy e The Presumption of Atheism. In quest’ultimo volume sono delineate “argomentazioni sistematiche” a favore dell’ateismo, mentre, nel primo volume citato, Flew giustifica la tesi secondo cui l’onere della prova spetta a coloro che affermano l’esistenza di Dio.
La ricerca onesta e i dibattiti avuti nel corso della sua lunga carriera accademica hanno condotto il filosofo ad un cambio di direzione, cambio che ha suscitato, e continua a suscitare, non poche reazioni. Richard Dawkins, per fare un esempio, in un saggio intitolato The God Delusion ha parlato di Flew come di uomo ormai «impacciato da decadenza senile».
Troviamo una delle riflessioni più interessanti, in questo «pellegrinaggio della ragione» – per usare le parole dello stesso Flew – in un convegno del 2004. Quando gli fu chiesto il suo parere sulle ultime ricerche sul DNA, disse:
Credo che il materiale del DNA abbia dimostrato, con la complessità quasi incredibile delle disposizioni di cui si necessita per generare vita, che l’Intelligenza debba essere stata coinvolta nel far sì che questi elementi straordinariamente diversi operassero insieme. È l’enorme complessità del numero di elementi e l’enorme finezza dei modi in cui lavorano insieme. L’incontro di queste due parti nel momento giusto, per caso, è semplicemente scrupoloso.
Questa affermazione rappresenta per il Nostro la svolta in un cammino, tanto arduo quanto affascinante, guidato dal principio socratico “seguire l’evidenza ovunque essa porti”.
Giovanni Covino



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