La ginnastica del desiderio #philosophicalcrumbs

La nostra vita è una ginnastica del desiderio. Il santo desiderio sarà tanto più efficace quanto più strapperemo le radici della vanità ai nostri desideri. Già abbiamo detto altre volte che per essere riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito dal bene, e quindi devi liberarti dal male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele? Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno, se occorre, perché sia idoneo a ricevere qualche cosa. Quando diciamo miele, oro, vino, ecc., non facciamo che riferirci a quell’unica realtà che vogliamo enunziare, ma che è indefinibile. Questa realtà si chiama Dio.

Agostino d’Ippona

Questo testo, tratto dal Trattati sulla prima lettera di Giovanni (4, 6), dipinge – con lo stile tipico di Agostino – il movimento dell’anima che, come un atleta, lavora per raggiungere il suo obiettivo: la vita felice. E che cos’è la felicità se non un continuo movimento che conduce all’essenziale?

Agostino descrive con maestria questa dinamica e la necessità di “fare il vuoto”, “lasciar andare” per poter poi “ritrovare” e “riempire”.

Al termine del movimento, cosa troviamo? La gioia di un cuore ripulito di tutto il «suo aceto» di un cuore che tende verso l’alto, di uno sguardo rivolto «al settimo giorno, [il giorno che] non ha né sera né tramonto» (Confessioni, XIII, 36, 51).

Giovanni Covino

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