L’editore Mimesis ha di recente pubblicato in una nuova edizione il testo di Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?. La particolarità del volume, curato da Umberto Curi (a cui si deve anche una pregevole introduzione intitolata Sapere Aude. Filosofia come fuoriuscita, pp. 7-74), consiste nel presentare al lettore un dialogo a tre voci: il testo, infatti, dopo l’introduzione appena citata, si apre con le note pagine del filosofo di Königsberg sull’illuminismo e continua con Che cos’è l’Illuminismo? Che cos’è la rivoluzione? di Michel Foucault (1926-1984) e Una freccia scagliata al cuore del presente. A proposito della lezione di Michel Foucault di Jürgen Habermas (1929-).
Secondo Foucault, Kant, con la sua opera, «sembra collocarsi all’origine delle due grandi tradizioni critiche in cui si è divisa la filosofia moderna»: la prima è quella che riflette sulle condizioni della conoscenza, il «campo dell’analitica della verità» (p. 111), la seconda è quella che si interroga sul presente che viviamo, sulla nostra «attualità», «una sorta di ontologia del presente, di una ontologia di noi stessi» (p. 112). Ed è in questa analisi di noi stessi che «Foucault scopre in Kant – afferma Habermas (p. 117) – il contemporaneo che trasforma la filosofia esoterica in una critica del presente che replica alla provocazione del momento storico».
Un testo insomma ricco di spunti e di possibili riflessioni sull’eredità kantiana, sulla filosofia moderna e contemporanea e – naturalmente – sull’eterno conflitto tra il desiderio di infinito del cuore e i limiti delle nostre capacità conoscitive.
Giovanni Covino