“Benedetto Croce è un filosofo noto ma poco conosciuto”.
È questa una delle espressioni che più ricorre nelle prime pagine della imponente opera di Giancristiano Desiderio intitolata Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (per ulteriori informazioni, visita il sito Aras Edizioni).

Trattasi di un’opera notevole nell’attuale panorama filosofico italiano (e non solo) per due ragioni: la prima riguarda il fatto che la fatica di Desiderio colma una lacuna sulla vita e sul pensiero di Croce, una vita e un pensiero appunto noti, ma non conosciuti – come dicevo in apertura; la seconda concerne la possibilità – con un testo del genere – di cogliere la natura del lavoro filosofico, di vedere “come” un filosofo “si sporca le mani”: leggendo queste pagine, infatti, è possibile apprezzare pienamente, in tutte le sfumature, la figura di un uomo – Croce – che, nel suo essere filosofo o, per usare una categoria più generale, un “intellettuale”, non ha mai dimenticato la vita nel suo concreto svolgersi. Al contrario: la vita – con tutte le sue storture, con le sue gioie e bellezze, con le luci e le ombre che inevitabilmente ne tessono l’intricato enigma – è il motore del filosofare stesso.
Lo stesso Croce – riporta Desiderio – «amava proporre la sua opera filosofica come uno “strumento di lavoro” con cui i bendisposti avrebbero potuto continuare a lavorare e a risolvere i problemi che la vita in quanto tale porta con sé». Per tale ragione, «[l]a vita di Croce che qui si racconta è stata una vita non facile, tutt’altro: è stata ricca di drammi, dolori, cadute ma il filosofo si è sforzato di rialzarsi e di formarsi, reagendo all’angoscia che lo attraversava e lo avversava, un’esistenza operosa la cui prima conquista è la buona disposizione verso il lavoro» (G. Desiderio, Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce, Aras Edizioni, Fano 2024, vol. I: La biografia filosofia, p. 39; citerò, d’ora in avanti, questo volume con la sigla BF seguito dal numero di pagina).
Le due ragioni sono – almeno questa è la mia prima impressione – presenti dall’inizio alla fine del lavoro di Desiderio, un lavoro che si compone di tre parti: la prima – già citata – si sofferma sulla biografia filosofica di Croce, la seconda – Parerga e Paralipomena (d’ora in avanti PP) – continua il primo volume tramite un serrato confronto con l’opera crociana, il terzo, infine – Sull’estetica e la critica letteraria (d’ora in avanti EC) – si sofferma sull’opera più conosciuta di Croce che, pur non avendo pretese di esaustività, mira ad una presentazione dell’originalità della posizione estetica crociana.
L’intenzione dell’Autore è, dunque, mostrare, sia al grande pubblico che allo specialista, l’attualità del pensiero crociano e il pungolo che esso rappresenta: come si legge nelle prime pagine, la «classicità» di Croce, quale «Socrate italiano», sta «nell’aver posseduto “il problema del proprio tempo” e nell’aver difeso e accresciuto la coscienza dei “problemi della libertà” che rappresentavano e non possono non continuare a rappresentare “ciò che non muore”» sul piano nazionale e non, in vista di una «esistenza dignitosa» (BF, 38).
Giovanni Covino
[fine prima parte – continua]



Lascia un commento