Condivido questa riflessione di Mario Padovano sul tema dell’aborto. L’Autore, in modo chiaro e conciso, presenta la sua posizione su tale questione, mostrando la contraddittorietà di alcune argomentazione a favore dell’atto in questione [Giovanni Covino].
Giustificare l’omicidio dell’aborto volontario con la “dottrina” dell’assoluta libertà umana è facilmente confutabile: si riduce all’ assurdo per la contraddittorietà di una tale autoreferenzialità morale nel senso che se la libertà umana è puro assoluto arbitrio lo è relativamente ad ogni uomo e quindi per lo stesso criterio non criterio sono assolutamente liberi di imporre di non abortire coloro che si oppongono a tale pratica.
L’argomento dell’assoluta libertà umana è ridicolo prima di essere poi a-morale e immorale. Sarebbe libero allo stesso modo qualsiasi tiranno che volesse imporre il suo giogo. E non la verità ma la violenza farebbe da padrone nel consorzio sociale.
L’argomento sullo statuto ontologico dell’embrione si confuta a partire dall’esistenza innegabile del DNA specifico dell’essere umano fin dal concepimento il che viene a dire che c’è una forma sostanziale specifica che rende quella stessa cellula un individuo di quella specie e non di altra. Ora siccome l’uomo è persona, lo sarà in ogni sua fase, sin dalla prima cellula fecondata.
Argomento per cui sarebbe legittimo abortire in caso di stupro: questo argomento si confuta, tenendo presente le due precedenti dimostrazioni, mostrando che il reo non è il bambino concepito e che quindi per principio non può pagare e pagare con la vita un crimine non suo: sarebbe massima ingiustizia e male “al quadrato”.
Mario Padovano



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