E non rimase più nessuno, capitolo V: La scissione dell’Uno. L’enigma di Pitagora/parte 1

Il racconto – come i precedenti (per la pagina dedicata ai racconti clicca qui) – è frutto di fantasia. Protagonisti saranno i filosofi dell’antica Grecia. Nelle pagine che seguono ho cercato di narrare la storia della filosofia in modo diverso, intrecciando giallo, horror e comicità.

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V. La scissione dell’uno. L’enigma di Pitagora, parte 1

Quando la storia di Parmenide ed Empusa finì, il bambino

«Parmenide aveva fatto un brutto sogno proprio come me, papà?».

«Esatto, figliolo. Era solo un incubo, ma attenzione quel sogno aiutò il filosofo a comprendere due cose…».

«Quali?» – chiese curioso.

«La prima: la verità spesso si nasconde ed è difficile da scovare; spesso veniamo ingannati dalle apparenze. Bisogna sempre essere attenti. La seconda: Empusa, certo, non esiste così come nel sogno, ma, talvolta, le persone che incontriamo possono essere come Empusa: possono svuotare la nostra vita…».

«Come i Dissennatori con Harry Potter?» – disse entusiasta il bambino.

«Proprio come loro…quindi attento».

Il bambino prese in mano il foglio della poesia e lesse i due versi successivi:

Sette saggi uomin legna andaron a spaccar:

uno in due diventò, solo sei ne restar.

«Chi è questo, papà?»

«Non sei stanco?».

«Non ancora…».

«Va bene. Allora, ti racconto anche questa storia. Preparati perché si parla di matematica…».

«Nooo…» – esclamò il bambino con aria visibilmente afflitta.

«Matematica, ma non solo…storia terribile quella di Pitagora. Vuoi ascoltarla davvero?».

Il bambino acconsentì, anche se intimorito, con un piccolo cenno della testa. Il papà si accomodò di nuovo sulla panca e cominciò a narrare.

***

Pitagora era chiuso nella stanza. Non c’erano porte e finestre. Solo una botola sul pavimento che però non si apriva. Alla sua destra, una fessura nel muro da cui filtrava debole la luce. Intanto, la scala che lo aveva condotto lì stava richiudendosi su stessa. Passò qualche secondo e un click della serratura annunciò la chiusura della botola del soffitto. Non poteva certo tornare indietro e non sapeva come andare avanti.

Aveva orami compreso l’inganno del discepolo. Con astuzia, lo aveva condotto fino a quella lussuosa abitazione e costretto, poi, a scendere in una specie di scantinato. Serrata la porta, a Pitagora non rimaneva che scendere le scale che si trovavano al centro della stanza. Quello, però, non era il momento per rimuginare su quanto accaduto. Ora il filosofo doveva agire. Capire.

La luce che filtrava debolmente dalla fessura presente su una delle pareti riusciva ad illuminare il luogo umido e angusto. Pitagora si concentrò sulla botola al centro al centro della stanza: il filosofo si accorse che presentava, sul lato destro, una piccola fessura per una chiave.

“Questo vuol dire che deve esserci la possibilità di uscire, ma come?” – si chiedeva perplesso.

Mentre rifletteva, giunse dalla fessura un pezzo di pergamena. Pitagora raccolse quel piccolo rettangolo e lesse:

Pitagora fissò la pergamena e lesse di nuovo. Poi, si avvicinò alla botola per osservarla con più attenzione. La parte centrale di quella piccola porta presentava un quadratino in ferro con delle linee concentriche che si chiudevano in un foro non troppo profondo. Pitagora mise il suo indice all’interno del foro e sentì con la punta del suo dito la presenza di qualcosa. Forse un perno.

Riprese in mano il foglio e cominciò a pensare. Nel frattempo, notò nell’angolo una scatola. Aprì e al suo internò trovò delle piccole sfere tutte delle medesime dimensioni, ma con dei numeri incisi diversi. Dal peso, Pitagora associò il numero alla grammatura. Poi, avvicinò una delle sfere al foro presente sulla botola: stessa grandezza.

“Deve essere questa la chiave per uscire” – pensò, fissando le sfere. “Occorre però risolvere prima questo indovinello”.

Pitagora si sedette a terra e cominciò:

«Dunque, “Della sacra pienezza è il cantore”: la pienezza è perfezione e la perfezione è anche sacra. Chi però canta di questa perfezione? La divinità? – diceva pensando ad alta voce – La divinità è numero? 1?».

Guardò le sfere, ma non compariva il numero 1.

«Ritornerò su questo primo verso. “L’altro della luna spiega il motore”: motore è movimento quindi della luna il motore, potrebbe far riferimento ai cicli della luna. Al numero 4. Sì, potrebbe essere. Il terzo numero mi pare sia scontato: “Le parti sono dell’uomo mortale”. Anima e corpo, la dualità. Il 2. Sicuramente».

L’unico dubbio riguardava il primo verso.

Pitagora si alzò e cominciò a camminare, pensando e ripensando.

«Che sciocco!» – gridò. «Il numero è la chiave anche nel primo verso. Il 10 è cantore della sacra pienezza. Bene! Allora, abbiamo 10, 4, 2».

Guardò le 5 sfere nella scatola. I numeri incisi erano 16, 4, 80, 18, l’ultima, infine, nessuna incisione, ma il peso era molto vicino a quella con il numero 16.

«Se sommo ottengo 16, se sottraggo 4, moltiplicando 80, 18 sommando il 10 con il prodotto di 4 e 2…Riflettiamo…La soluzione è qui».

Riprese in mano l’indovinello.

«Eureka!».

Prese la sfera con il numero 4 e la infilò nel foro. Appena la sfera arrivò tocco il foro un meccanismo fece scattare una molla che aprì, come una piccolissima porta, il quadratino di ferro. Incastrato, all’interno, sulla parte superiore di questo contenitore incavato della botola, una chiave. Pitagora la prese e aprì.

Il filosofo aveva capito quale calcolo matematico fare dal titolo dell’indovinello Purificazione. Purificare voleva dire togliere il male per la propria salute fisica e/o spirituale. Purificare voleva dire sottrarre per uscire dalla schiavitù delle passioni. In questo caso, sottrarre per aprire un portale.

L’apertura della botola fece scattare un altro meccanismo che si tradusse questa volta in lento movimento di una miriade di pezzi che, un po’ alla volta, andarono a formare una scala.

Pitagora, con animo risoluto, scese e si ritrovò in una stanza simile alla precedente, ma con una differenza di non poco conto.

Questa volta non era solo.

Giovanni Covino

Leggi la parte 2


Note al testo: le immagini sono state generate tramite IA (Grok e/o Microsoft Bing – ImageCreator).

Risposte

  1. Avatar E non rimase più nessuno, capitolo IV: Empusa – Briciole filosofiche

    […] Leggi il capitolo quinto: La scissione dell’io. L’enigma di Pitagora, parte 1. […]

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  2. Avatar E non rimase più nessuno, capitolo V: La scissione dell’Uno. L’enigma di Pitagora/parte 2 – Briciole filosofiche

    […] Se non hai letto la prima parte del quinto capitolo, La scissione dell’uno, clicca qui. […]

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  3. Avatar E non rimase più nessuno, capitolo VI: L’alveare – Briciole filosofiche

    […] non hai letto le due parti del quinto capitolo, La scissione dell’uno, clicca qui e […]

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