Gottfried Wilhelm von Leibniz, filosofo e scienziato, nacque il 16 luglio 1646 a Lipsia da una famiglia di antica origine slava (il nome originario era Lubenicz). Studiò filosofia nella città natale, matematica e algebra a Jena e diritto a Altdorf. Fu, come si può facilmente intuire dagli studi, un uomo di interessi vastissimi e fine diplomatico. Morì, in solitudine, ad Hannover il 14 novembre 1716. Tra le opere più importanti:

Meditationes de cognitione veritate atque ideis (1684); Discorso di metafisica (1686); Nuovi saggi sull’intelletto (scritti in risposta al saggio di Locke e pubblicati postumi); Il nuovo sistema della natura (1695); La teodicea (1710); Saggio sulla monadologia (1714); Principi sulla natura e della grazia fondati sulla ragione (1714).
Il nome di Leibniz è legato anche al calcolo infinitesimale (e alla relativa polemica suscitata, nel 1713, dalla Royal Society di Londra circa la priorità della stessa) e alla prima calcolatrice meccanica in grado di compiere tutte le operazioni aritmetiche, ideata nel 1672.
La nozione fondamentale della filosofia di Leibniz è senza dubbio quella di monade. Approfondendo i principi della meccanica, il filosofo si accorge «che la considerazione della massa estesa non [è] sufficiente» per spiegare la realtà: occorre – spiega – far riferimento a qualcosa di natura metafisica che indica con il termine aristotelico entelechia e con quello di monade. La monade è principio di forza e di attività, una sorta di atomo spirituale. Il mondo è formato da un insieme di monadi che sono in armonia tra di loro (perfetta corrispondenza tra tutte le monadi) e che fanno capo alla Monade principale, attività pura, che è Dio (principio e fine di ogni cosa). Parlando di Dio e della scelta circa la creazione, il filosofo esprime la sua posizione caratterizzata da quello che è stato definito “ottimismo metafisico”:
Così possiamo dire che in qualsiasi modo Dio avesse creato il mondo, questo sarebbe stato sempre regolare, e racchiuso in un certo ordine generale. Ma Dio ha scelto il più perfetto, cioè quello che è al tempo stesso più semplice quanto a ipotesi, e più ricco di fenomeni: come potrebbe essere una linea geometrica la cui costruzione sia facile e le cui proprietà ed effetti molto interessanti ed estesi.
Leibniz, Discorso di metafisica
La citazione esprime, sinteticamente, la famosa teoria di Leibniz “questo è il migliore dei mondi possibili”: ciò che vediamo è il meglio di ciò che era possibile (teoria che suscitò non poche discussioni).
Il discorso di Leibniz è molto complesso ed esporlo con precisione in un breve articolo è un’impresa difficilissima. Qui ho presentato solo alcuni concetti chiave. Il Nostro rimane uno dei filosofi più importanti della storia del pensiero, ricco di spunti e da meditare attentamente:
In realtà Leibniz è un genio universale, e se si presta attenzione alla storia delle scienze nel loro insieme, è stato l’ultimo poligrafo di stile creativo della storia universale, l’ultimo che non solo conosceva lo stato della ricerca in tutti i campi della scienza, ma era anche in grado di svilupparlo produttivamente
H. G. Gadamer
Giovanni Covino
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