Antonio Livi, partendo dal realismo gnoseologico del suo maestro Étienne Gilson, ha elaborato un “sistema” filosofico nel quale centrale è la nozione moderna di “senso comune”.
La ricerca del “punto di partenza” della filosofia e di una coerente fondazione critica del pensiero metafisico sono stati per decenni oggetto di riflessione del filosofo toscano, in quanto temi decisivi nel dibattito sulla verità tanto in ambito filosofico quanto in quello teologico, come rilevava, già agli inizi del Novecento, il filosofo e teologo domenicano Réginald Garrigou-Lagrange nel suo celebre saggio Le Sens commun, la philosophie de l’être et les formules dogmatiques:
«Ces dernières années le problème de la nature et de la portée du sens commun ou intelligence naturelle a été de nouveau posé à propos de questions les plus graves sur la valeur des nos connaissances primordiales et fondamentales: connaissance des premiers principes rationnels, commun à tous les hommes, et de la loi morale, nécessaire à la vie des individus et des peuples; connaissance naturelle de l’existence de Dieu, principe e fin de toutes choses; connaissance des mystères surnaturels dont révélation s’exprime en termes de sens commun pour être accessible à toutes les intelligences de tous les pays et de tous les temps» (R. Garrigou-Lagrange, Le sens commun, la philosophie de l’être et les formules dogmatiques, Nouvelle Librerie Nationale, Paris 1922, p. 19).
Non a caso ho parlato di filosofia e teologia.
Livi, difatti, oltre ad aver dedicato la sua vita di studioso all’ambito logico e metafisico, ha svolto apprezzate e notevoli riflessioni circa il rapporto tra ragione e fede, tra dato rivelato e riflessione filosofica, tra scienza dell’esperienza e scienza della fede (La produzione di Livi risulta molto ampia. Per un quadro generale rimando alla mia bibliografia ragionata in Fabrizio Renzi – Giovanni Covino (a cura di), Il sistema di logica aletica, Leonardo da Vinci, Roma 2020, pp. 237-279)
In questa serie di articoli, vorrei esporre alcuni punti cruciali della sua riflessione.
Giovanni Covino
Segue parte prima
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