Compagni di viaggio: maggio #lettureconsigliate

I libri sono compagni di viaggio. Spesso ritroviamo le nostre esperienze nelle pagine degli Autori che incrociamo oppure decidiamo di farci accompagnare da qualcuno (un letterato, un filosofo, uno psicologo…) per trovare risposta alle nostre domande, imparare a percorrere nuove vie per raggiungere il nostro mondo interiore o, semplicemente, per trascorrere un momento di relax sul divano della propria casa.

Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla, di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso, dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere…

ITALO CALVINO, SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE, Incipit

Per questo, ho pensato di proporre ai lettori di Briciole filosofiche le mie letture mensili con una brevissima descrizione e un commento, sperando che questa condivisione possa essere motivo di crescita sia dal punto di vista intellettuale che umano.

I compagni di viaggio di maggio

L. Penny, Natura morta. La prima indagine del commissario Armand Gamache, Einaudi, Torino 2022, pp. 416.

Il romanzo di Penny racconta un’avvincente indagine dell’ispettore capo della Sûreté du Québec, Armand Gamache. Tra i sentieri del bosco che circondano Three Pines, un paesino a sud di Montréal, la vigilia del giorno del Ringraziamento Miss Jane Neal, una maestra in pensione del posto, viene ritrovata morta. Si pensa ad un incidente di caccia, ma c’è qualcosa che non quadra per Gamache…

“La vita è cambiamento. Se ti rifiuti di crescere e cambiare puoi solo rimanere fermo, mentre il resto del mondo va avanti. In genere sono persone immature, che vivono una vita quieta come una natura morta”.

“In attesa di che?”

“Di qualcuno che venga a soccorrerle. Vorrebbero essere salvate o quanto meno protette dalla cattiveria del mondo. Cosa che in realtà nessuno può fare, perché il problema è in loro, e così pure la soluzione. Nessuno può tirarle fuori da lì, devono farlo da sole”.

“«La colpa, caro Bruto, non è delle stelle nostre, ma di noi stessi che siamo anime di schiavi»”.

Myrna si piegò di nuovo in avanti, infervorata.

“Esatto! La colpa è nostra, solo e soltanto nostra. Non del fato, non dei geni, non della sfortuna, e certamente non di mamma e papà. Siamo noi, in fin dei conti: noi e le nostre scelte. Ma, ma – aggiunse con una luce nello sguardo, il corpo quasi vibrante di emozione – la cosa più portentosa e spettacolare è che anche la soluzione si trova in noi. Nessun altro può cambiare, rivoluzionare le nostre vite. Stare lì ad aspettare per anni e anni che qualcuno lo faccia al posto nostro è solo tempo perso”.

L. Penny, Natura morta, p. 187.

Categoria: Romanzo giallo.

Commento: Il testo di Penny è un avvincente romanzo che non solo coinvolge il lettore nella risoluzione del mistero (come tutti i gialli), ma è anche una fine descrizione dell’animo umano. Colpiscono, infatti, le pagine che raccontano il mondo interiore dei protagonisti e la fragilità della condizione umana. Ci sono storie di mondi interiori narrati all’interno della storia principale e questa modo di procedere rende il testo davvero ricco e stimolante.

Voto: 8/10.


Joanne K. Rowling, Harry Potter e i Doni della morte, Salani, Milano 2022,, pp. 658.

Il testo è l’ultimo volume della serie che Rowling ha dedicato al piccolo mago. Dopo aver preparato il lettore nei due testi precedenti l’Autrice conduce Harry Potter allo scontro finale con il nemico di sempre Voldemort. Ultimo avvincente capitolo della saga che ha appassionato milioni di persone.

E la sua conoscenza è rimasta terribilmente lacunosa, Harry! Ciò che Voldemort non ritiene importante, non si dà la pena di comprenderlo. Di elfi domestici e storie per bambini, di amore, fedeltà e innocenza Voldemort non sa e non capisce niente. Niente. Che tutti hanno un potere che va oltre il suo, oltre la portata di qualunque magia, è una verità che non ha mai afferrato.

J. K. Rowling, Harry Potter e i Doni della morte, pp. 614-15.

Categoria: Romanzo fantasy.

Commento: L’ultimo volume della serie non delude: Rowling completa il racconto della vita del piccolo mago Potter con uno scontro epico che tutti sanno come va a finire, ma che comunque sorprende e cattura il lettore. Lo scontro conclude anche la narrazione di un cammino che sin dall’inizio ha dovuto fare i conti con le difficoltà e i dolori della vita. Al termine della battaglia finale, quando tutto si è concluso ci si trova proiettati nel futuro e il lettore ha tutto il tempo per meditare sul percorso compiuto dal protagonista, un percorso a doppio binario: da un lato il racconto di un mondo che non esiste, un mondo che nutre la fantasia di piccoli e grandi, dall’altro lato il racconto – come dicevo – di una vita o, se si vuole, della vita che si confronta con se stessa, e per questo un confronto serrato con il suo opposto: la morte.

Le figure oscure che popolano il romanzo (da coloro che semplicemente non comprendo la vocazione di Harry fino ad arrivare a Voldemort, passando per i Dissennatori, terribili figure che succhiano la speranza della vita fino al midollo) sono come un pungolo nella carne, il negativo che tenta in tutti i modi di distruggere il desiderio di verità presente in ogni uomo.

Voto: 9,5/10.


Paolo Mazzarello, Il mulino di Leibniz, Neri Pozza, Vicenza 2022, pp. 320.

Il testo è un romanzo giallo

In tutta questa storia l’elemento più sconcertante era il nuovo messaggio dell’assassino. Di nuovo un mulino. Un’ossessione. Un mulino che uccide. Il mulino di Leibniz. Di una razionalità diabolica. Forse proprio questo voleva dire l’ossessione. Quasi un tentativo di smentire Leibniz e la sua idea che un marchingegno, per quanto complesso, non potesse mai diventare consapevolezza.

Ammazzo, dunque sono.

L’intuizione in maniera oscura la sentiva vicina alla verità nascosta dietro quelle morti. Altro che mulino incapace di ragionare. Ragionava con lucidità anche se in maniera delirante.

P. Mazzarello, Il mulino di Leibniz, p. 157.

Categoria: Romanzo giallo.

Commento: Il testo di Mazzarello è un testo in alcuni punti complesso, presenta qualche difficoltà di lettura, ma ha una storia che comunque coinvolge il lettore. I delitti sono descritti con precisione e l’indagine si svolge in diversi luoghi (prima negli Stati Uniti, poi in Italia) cosa che dà al romanzo movimento, azione. Una giallo sui generis.

Voto: 6,5/10.


Louise Penny, La grazia dell’inverno. Un’indagine del commissario Armand Gamache, Einaudi, Torino 2023, pp. 480.

La gente crede che il mio lavoro mi abbia reso cinico, – si trovò a raccontare Gamache, – ma non capisce che invece è proprio come ha detto lei. Passo i giorni a rovistare nell’ultima stanza della casa, quella che teniamo chiusa a chiave e nascosta per. fino a noi stessi. Quella abitata dai mostri: fetidi, marci, sempre in agguato. Il mio lavoro è trova. re le persone che prendono le vite altrui, e scoprire perché lo fanno. Perciò devo entrare nelle loro te. ste e aprire quell’ultima porta. Ma quando torno fuori, – aprí le braccia in un gesto largo, – tutt’a un tratto il mondo è piú bello, piú vivo, piú incantevole che mai. Quando hai visto il peggio, riesci ad apprezzare il meglio

L. Penny, La grazia dell’inverno, p. 410.

Categoria: Romanzo giallo.

Commento: Come il precedente, anche questo romanzo è contraddistinto da una fine analisi psicologica. Gamache è un investigatore attento non solo ai classici indizi presenti in un giallo, ma pone spesso la sua attenzione sulla vita dell’intera comunità, sulle relazioni, sulle conseguenze che alcuni comportamenti hanno sulla vita delle persone. Gamache non ricerca solo un colpevole, ma ricerca l’umanità sia della vittima che del carnefice. Questo dà al testo un taglio davvero particolare: un romanzo che presenta, nel classico schema del giallo, descrizioni che interrogano il lettore, pongono questioni circa il senso del male fatto e subito.

Voto: 8/10.


Cornelio Fabro, Scritti sulla libertà, Studium, Roma 2013, pp. 108.

Il volume – come si evince dal titolo – raccoglie tre scritti sul tema della libertà, tema ha impegnato Cornelio Fabro per anni. Il filosofo friulano, tra i massimi studiosi di Tommaso d’Aquino, traduttore di Kierkegaard e attento interprete della filosofia moderna, ha dedicato numerosi volumi al tema in oggetto e in queste pagine permette al lettore di avvicinarsi a questo concetto da diversi punti di vista: filosofico, teologico e persino mistico.

E non può essere altrimenti. Poiché la libertà è, ed essa sola, l’origine primordiale da cui si diramano le infinite vie del vivere e del sapere, è la fontana inesauribile di cui si alimentano le irrequiete e insaziabili brame dell’amore ed è l’estremo anelito, di cui la libertà stessa si dà il segno, dell’estremo arrivo al di là del fiume del tempo.

C. Fabro, Scritti sulla libertà, p. 66.

Categoria: Filosofia.

Commento: I tre scritti che compongono questo piccolo ma denso volume del filosofo friulano si presentano con un taglio divulgativo: a differenza di altre opere, Fabro in queste pagine cerca di evitare alte vette speculative nel tentativo di raggiungere il cuore del problema facendosi guidare dal pensiero di Tommaso d’Aquino e Caterina da Siena. Il mistero della libertà, che pone l’uomo su di un piano diverso rispetto ad altri esseri del mondo, viene scandagliato, analizzato in modo sintetico ma non per questo superficiale. La struttura del lavoro pone il lettore nella condizione di interrogarsi non solo sulla natura della libertà, ma sul senso di essa connettendo il tutto al tema del Fondamento.

Voto: 8,5/10.


Laura Anna Macor, Filosofando con Harry Potter. Corpo a corpo con la morte, Mimesis, Milano-Udine 2011, pp. 138.

Il volume prende in esame una delle opere fantasy più importante degli ultimi anni. Famoso in tutto il mondo, il piccolo mago Harry Potter ha destato l’interesse di molti studiosi e tra questi anche di filosofi che si sono confrontati con i sette volumi che compongono la saga ideata da J. K. Rowling.

La Morte è a ben vedere il personaggio più nominato dell’intera saga e senza dubbio quello che determina in misura decisiva l’evolversi della vicenda: la morte sventata presiede alla notorietà di Harry, la morte temuta rappresenta l’ossessione di Voldemort, la morte personificata compare nel titolo dell’ultimo romanzo. La Morte è in fin dei conti il vero interlocutore dei personaggi principali della storia, da Voldemort a Harry a Silente, e individua il “discrimine esistenziale” alla base dei differenti caratteri dell’opera. La Morte è una sorta di nascosto alter ego, che da dietro le quinte disegna il profilo umano del mago di volta in volta preso in considerazione e contribuisce a definirne il ruolo nell’economia degli opposti schieramenti.–

L. A. Macor, Filosofando con Harry Potter, p. 15.

Categoria: Filosofia.

Commento: Rispetto ad altri volumi che prendono in esame la saga Harry Potter, questo testo di Macor dà al lettore la possibilità di confrontarsi con uno dei temi più importanti della riflessione filosofico: il tema della morte, della finitezza della vita umana.

L’Autrice presenta i sette volumi della serie seguendo una linea interpretativa di estremo interesse perché non banalizza il lavoro di Rowling ponendo al centro il tema per eccellenza per l’uomo comune (e non solo per il filosofo). Già dal sottotitolo – Corpo a corpo con la morte – si comprende tutta la serietà e l’impegno profusi da Macor per dar vita ad un testo in grado di ripercorre l’intera saga tramite l’analisi filosofica di temi e personaggi alla luce di questo grande interrogativo, di questo grande nemico che è la morte.

Voto: 8,5/10.


Simone Regazzoni, La filosofia di Harry Potter. Vivere e pensare con un classico contemporaneo, Ponte delle Grazie, Milano 2017, pp. 148.

Il testo ripercorre l’intera saga di Harry Potter, soffermandosi su alcuni dei temi più importanti che emergono dalle pagine di questo capolavoro della letteratura contemporanea. Con le parole dei personaggi e analizzando le loro storie, l’Autore si sofferma su questioni filosofiche quali la natura del coraggio, il concetto di amore, il nesso giustizia-legge ecc.

Non c’è nessuna realtà già data e costituita, in altri termini, non ci sono fatti al di fuori del linguaggio e dell’orizzonte di senso determinato da un ordine simbolico. La realtà – come sostiene molta parte della filosofia contemporanea – è un costrutto, è qualcosa che si costituisce attraverso il linguaggio, la cultura, e le interpretazioni. Per questo la realtà è sempre più d’una. Perché i linguaggi sono molteplici. E per questo c’è sempre più di un mondo. 

S. Regazzoni, La filosofia di Harry Potter, p. 59.

Categoria: Filosofia.

Commento: Rispetto al volume precedente, questo testo presenta una chiave di lettura diversa che richiama il concetto di decostruzione della realtà tipico della filosofia post-moderna. Questo non permette di cogliere tutta la profondità del racconto fantasy di Rowling che si trova – a mio parere – ad essere in un certo senso preda di una determinata visione del mondo che cerca di liberarsi da ogni riferimento metafisico assoluto. Il testo si apre proprio con una disamina del concetto di realtà, disamina che cerca di ampliare gli orizzonti del lettore ponendo l’accento sulla nascita dei nuovi mondi, sulla possibilità di creare nuovi mondi con il linguaggio, decostruendo l’idea di una realtà oggettiva. I limiti cognitivi dell’essere umano non devono essere confusi con la mancanza di referenti reali: anche il valore di un romanzo fantasy si misura su alcuni parametri che l’uomo comune percepisce. Da qui il successo di questi testi: il riferimento ad un mondo di valori, a certezze naturali che il lettore comune coglie anche nelle pagine che parlano di maghi, elfi, hobbit ecc.

Voto:5/10.


Clive Staples Lewis, Diario di un dolore, Adelphi, Milano 1990, pp. 85.

Questo breve libro è l’intima descrizione delle emozioni presenti nel cuore dell’Autore dopo la morte della moglie. Un testo da leggere attentamente, senza giudizio.

Se il mio castello è crollato al primo colpo, è perché era un castello di carte. La fede che « aveva messo in conto queste cose » non era fede ma fantasia. Metterle in conto non era vera partecipazione umana. Se mi fosse veramente importato, come credevo, dei dolori del mondo, non sarei poi stato travolto dal mio. Era una fede immaginaria che si trastullava con gettoni innocui con sopra scritto « malattia», « sofferenza», «morte », « solitudine ». Credevo di avere fiducia nella corda, finché è venuto il momento di sapere se essa mi avrebbe retto. Ora che deve reggermi, scopro che la mia fiducia non esiste.

C. S. Lewis, Diario di un dolore, p. 45.

Categoria: Filosofia, Autobiografia.


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  1. Letture di gennaio.
  2. Letture di febbraio.
  3. Letture di marzo.
  4. Letture di aprile.

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Giovanni Covino, autore e curatore del blog.