Amsterdam 1660. Un caso spinoso per Baruch, I

Il racconto che segue ha come protagonista il filosofo Baruch Spinoza e, fatta eccezione per i riferimenti presenti nella nota preliminare (per leggere clicca qui) e le citazioni, che saranno riportate al termine del racconto stesso, tutto quello che andrete a leggere è il frutto della fantasia dell’Autore.


I.

Amsterdam, 10 settembre 1660

La giovane donna era riversa a terra sul pavimento della sua casa e un rivolo di sangue scendeva giù dalla testa e andava a macchiare vistosamente il tappeto che sembrava sostenere il corpo quasi come fosse in sospensione aerea. Nella stanza c’era una strana atmosfera data dalla penombra – la luce filtrava leggermente attraverso le tende della sala – e dall’odore acre del sangue. Fuori, il solito vivace vocio dei commercianti, che cercavano di vendere i loro prodotti, contrastava con la scena di dolore e lacrime.

Baruch guardava quel corpo freddo e senza vita cercando di controllare le sue emozioni, ma quando incontrò lo sguardo terribilmente spento della donna uccisa, due grosse lacrime affiorarono nei suoi due grandi occhi sporgenti e iniziarono a solcare le gote come due piccoli rivoli lucenti. Il volto, che era lì come fermo in un attimo eterno nella sua lapidaria espressione di terrore sentito negli attimi poco prima di morire, era quello della giovane Clara-Maria, sua amica e figlia unica del suo amato maestro Franciscus.

Baruch la conosceva da anni, dalle sue prime lezioni di latino nella scuola di Franciscus e da allora la loro amicizia è andata sempre più approfondendosi. Anzi, in un certo momento Baruch aveva guardato Clara con occhi diversi, forse da innamorato, ma lei – forse non accorgendosi dei nuovi sentimenti dell’uomo – scelse come marito un giovane di Amburgo. Da quel momento, Baruch Spinoza abbandonò i suoi sogni d’amore e di famiglia per dedicarsi esclusivamente allo studio e alla ricerca di una sapienza più alta.

Nonostante ciò, quella vista accese nell’animo pacato e sempre quieto di Spinoza un sentimento forse solo sopito, nascosto dietro le sue massime e le sue riflessioni. Quella vista aveva trafitto il suo cuore, una sensazione che scendeva giù nello stomaco e la sentiva come un pugno, per poi risalire e arrivare alla testa come un interrogativo: “perché?”.

Baruch si avvicinò al suo vecchio maestro Franciscus e poggiò la mano sulla sua spalla per cercare di consolare l’animo addolorato di un padre che aveva sotto i suoi occhi l’innaturale scena della morte di una figlia.

«Franciscus, sii forte. Troveremo chi ha commesso una simile brutalità» – disse Spinoza con tono caloroso.

Il maestro non rispose, ma continuava a guardare con gli occhi lucidi il corpo di sua figlia, mentre dal lato opposto, in ginocchio, accanto a Clara-Maria, il marito Kerkering versava sulla salma tutto il suo dolore.

Giovanni Covino