Con piacere, condivido questo ricordo del prof. Massimo Roncoroni. Docente di filosofia e storia, Roncoroni ha studiato seguendo da vicino i passi di due grandi figure del panorama filosofico italiano (si veda la sezione “A colloquio con…“): Gustavo Bontadini (1903-1990) e Sofia Vanni Rovighi (1908-1990). In questo “frammento”, i ricordi del prof. Roncoroni ci portano in una “conversazione con Gustavo Bontadini e altri amici” e ci aiuta a riflettere sul senso del filosofare, sul desiderio di infinito presente nel cuore dell’uomo [Giovanni Covino].
Conversazione con Gustavo Bontadini e altri amici.
Il cammino della filosofia. Origine, significato e fine della domanda filosofica coincidono, giacché, qui, a muovere il cammino è il senso della meta. Ed esso, una volta ancora, non sta in un bisogno generico, ma nel desiderio specifico che l’uomo, in quanto persona umana, ha di salvarsi, ossia di incontrare una realtà vera, buona, giusta e bella, in grado di renderlo felice per sempre liberandolo dal “carcere della finitezza.
In tal senso Platone osserva che la filosofia nasce dalla struttura più profonda ed elementare, originaria, dell’essere umano e si manifesta nell’eros per il Vero, il Buono, il Giusto, il Bello, la Pienezza dell’Essere, nella fruizione dei quali consiste la sapienza. Il livello dell’interrogare filosofico mostra quindi come esso scaturisca dall’esperienza più profonda della condizione umana, che si specifica, a tutti i livelli, come esperienza del bisogno, della mancanza, della dipendenza, ma, più propriamente, come bisogno di conoscere la verità, fare il bene ed evitare il male, sperare in una liberazione definitiva dal male, sapere chi sia l’uomo e che destino abbia: donde vengo, che ci sto a fare al mondo, dove vado.
In sintesi, cercare e trovare, cammin facendo, il bene vero che renda la vita umana degna di essere vissuta e meritevole di felicità, e di felicità per sempre.
Massimo Roncoroni
Milano 1988