Il termine “logica” indica quella parte della filosofia che studia le regole del ben pensare. Il padre di questa disciplina è Aristotele che «ha avuto – come dice il filosofo della scienza Hans Reichenbach (1891-1953) – il merito di aver iniziato lo studio organico delle regole logiche».
I testi che Aristotele dedica a questa materia sono: Categorie, Sull’interpretazione, Analitici primi, Analitici secondi, Topici, Confutazioni sofistiche. Essi sono stati, poi, raccolti in un unico volume, Organon, parola che in greco vuol dire “strumento”: si tratta, quindi, di un testo che raccoglie tutti gli scritti che Aristotele ha dedicato alle regole del ben pensare.
Tommaso d’Aquino (1225-1274) – sulla scia di Aristotele – divide la logica in tre parti in base alle operazioni della nostra mente: apprensione, giudizio e ragionamento. Con la prima operazione cogliamo l’indivisibile: l’intelletto concepisce l’idea (es.: l’idea di uomo); la seconda operazione riguarda la composizione e la divisione dell’intelletto (es.: Socrate è un uomo); la terza è l’operazione che ci permette di raggiungere ciò che è ignoto partendo da ciò che è noto: Aristotele, analizzando un discorso, si rende conto che esso è composto di “ragionamenti elementari”, i sillogismi (es.: Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, dunque Socrate è mortale).
«Tre sono gli atti della ragione, di cui i primi due appartengono alla ragione in quanto intelletto. Un primo atto dell’intelletto è la conoscenza degli indivisibili o in complessi, con cui concepisce l’idea dell’essenza delle cose […]. E allo studio di questa operazione è ordinata l’opera di Aristotele, Categorie. La seconda operazione dell’intelletto è la composizione e divisione dell’intelletto, in cui si ha il vero e il falso. E di questo atto della ragione Aristotele si occupa nel libro intitolato Sull’interpretazione. Il terzo atto della ragione riguarda ciò che specificamente è proprio della ragione, ossia discorrere da una cosa a un’altra, in modo tale da pervenire alla conoscenza dell’ignoto attraverso ciò che è noto. E di questo si occupano gli altri libri dell’Organon».
Tommaso d’Aquino, I Anal., 1, proem., n. 4.
Approfondiremo il discorso nelle prossime “puntate” di LogicaMente.
Giovanni Covino